La Biennale di Gioni

Venezia

Il Palazzo enciclopedico è il titolo scelto dal curatore Massimiliano Gioni per la 55esima Mostra d’arte della Biennale di Venezia, in programma dal primo giugno al 24 novembre 2013. Il titolo, ha spiegato Gioni, «si ispira al Palazzo Enciclopedico dell’artista autodidatta italoamericano Marino Auriti, che nel 1955 depositò all’ufficio brevetti statunitense un progetto di museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità». Tutti i rappresentanti dei paesi dei vari padiglioni più otto nuove entrate (Bahamas, regno del Bahrain, repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Costa d’Avorio, Nigeria e Paraguay) si sono incontrati oggi a Venezia con il presidente della Biennale d’arte Paolo Baratta  per presentare il progetto generale dell’evento. Presente anche il direttore del padiglione Italia  Bartolomeo Pietromarchi già direttore del Macro capitolino.

«La Biennale d’arte – dice Baratta – si ripropone ancora una volta nella forma duale definita nel 1998: una grande mostra internazionale diretta da un curatore e delle partecipazioni nazionali. I padiglioni dei paesi sono una caratteristica molto importante della Biennale veneziana, preziosi in tempi di globalizzazioni, perché ci danno il tessuto primario di riferimento sul quale possono essere osservate e meglio evidenziate le autonome geografie degli artisti». Quindi niente di nuovo sotto il sole per la struttura della biennale e sembra che le sorprese sono tutte concentrate sul quanto mai vago titolo dell’evento scelto da Gioni. «La sfida – spiega il curatore – è di conciliare il sé con l’universo, il soggettivo con il collettivo, il particolare con il generale, l’individuo con la cultura del suo tempo. Oggi, alle prese con il diluvio dell’informazione questi tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari. La biennale indagherà proprio queste fughe dell’immaginazione in una mostra che, come il Palazzo Enciclopedico di Auriti, combinerà opere d’arte contemporanea e reperti storici, oggetti trovati e artefatti. Come nei teatri della memoria progettati nel Cinquecento dal veneziano Giulio Camillo, cattedrali interiori in cui ordinare il sapere in immagini, l’esposizione il Palazzo enciclopedico cercherà di delineare la cartografia di un’immagine-mondo, componendo un bestiario dell’immaginazione. Sarà una mostra – conclude Gioni – che guarderà al presente, superando gli sbarramenti attualmente imposti dalla professionalizzazione dell’arte. E che proporrà anche artisti e oggetti del passato, allargando la definizione tradizionale di arte, come dimostra la scelta di un titolo dedicato a un artista outsider».

Il compito è grande e, in ultima analisi, sembra una lotta contro un mondo ricoperto di immagini che tolgono spazio alla fantasia e ai sogni. Un titolo e un programma generico insomma, nel quale può rientrare qualsiasi cosa. La speranza è quella di non vedere (di nuovo) una biennale calderone piena di quadri, performance e oggetti vari che conoscono la loro gloria solo nel periodo circoscritto dell’evento. In ogni caso, caro Massimiliano, buon lavoro.

dal primo giugno al 24 novembre 2013

Biennale di Venezia, giardini e arsenale

info: www.labiennale.org/it/arte

 

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