La russia underground anni ’60

Per la prima volta in Italia, in esclusiva per l’università Ca’ Foscari Venezia, sbarcano 110 opere della prestigiosa collezione privata Aleksandr Reznikov nella mostra Mockba underground, pittura astratta dal 1960. L’esposizione, promossa dal Centro di alti studi sulla cultura e le arti della Russia, ci accompagna in un volo storico che descrive la crescita culturale di una delle nazioni più potenti del pianeta. Solo con la scomparsa di Stalin nel 1953 e il cosiddetto disgel” con il nuovo indirizzo politico di Nikita Chruš?ëv, in URSS si assiste alla timida nascita di un’arte non-ufficiale. Sebbene l’iandegraund si presenti come un fenomeno tanto artistico quanto letterario, il ruolo primario spetta comunque agli artisti.

Il termine andegraund coincide con la variante russa di underground e indica quella corrente multiforme e complessa che occupa il ventennio compreso fra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, conosciuta anche come podpol’e, cultura non-ufficiale o nonconformismo. «Non avevamo una piattaforma artistica comune o degli orientamenti precisi – affermava Jurij Sobolev – si trattava solo di andare a visitare gli studi dei pittori, scambiarsi informazioni, imparare assieme. Nient’altro». Una delle caratteristiche del movimento moscovita va ricercata nel suo essere un cocktail di tendenze o, riprendendo un’espressione di Viktor Pivovarov nella sua «mancanza di stile». Gli artisti non-conformisti sono lontani dal far valere un dissenso politico ufficiale ma piuttosto un sottile e personale percorso evasivo nel poter usare una lingua diversa da quella ufficiale, come per allontanarsi, senza disturbare, da una realtà scomoda lasciando nell’aria una sensazione di oltre-confine che non passa di certo inosservata ai protagonisti politici.

Non si configura così nessun regime artistico, ogni creativo lavora infatti in modo del tutto autonomo, per cui è molto difficile entrare in comunicazione con gli altri e inoltre ognuno sceglie spesso di mettere al centro della propria arte se stesso. Lontana dai percorsi obbligatori e poco credibili intellettualmente dell’arte ufficiale, per sua natura più vivace, la vita culturale dell’andegraund si sviluppa e resiste in luoghi privati: nelle cucine, negli appartamenti in coabitazione (kommunalki) e negli studi dei pittori. Zone reinventate e dedicate alla lettura, alla discussione, all’esposizione, all’incontro “carbonaro” con gli ospiti stranieri che acquistano e portano in Occidente le opere dei non-conformisti. Ciò spiega l’assenza totale di manifesti, programmi e dichiarazioni di principio provenienti da questi gruppi, cosa che differenzia in modo sostanziale la vita artistica dell’andegraund da quella dell’avanguardia d’inizio secolo.

fino al 19 novembre

Ca’ Foscari esposizioni, Dorsoduro 3246, Venezia

info: www.unive.it

Articoli correlati