Woodman e Battaglia

Il 22 settembre ha inaugurato all’interno della rinomata galleria Massimo Minini la bi-personale dedicata a due fotografe di altissimo livello, note sul palcoscenico internazionale: Francesca Woodman (Denver, 1958 – New York, 1981) e la siciliana  (Palermo,1935). La Woodmann suicidatasi a ventidue anni, avendo toccato, secondo lei, il picco del suo successo, mostra ai visitatori immagini che svelano la nudità del corpo, il suo rapporto con la natura, l’inquietante solitudine dell’uomo e la stravaganza dello spirito.

«Non ho potuto conoscere Francesca Woodman, eppure ha abitato in Italia, a Roma, per pochi mesi, tra ‘77 e ‘78 … Ma so anche che se l’avessi incontrata forse non avrei saputo riconoscerla. Incontriamo, noi galleristi (allora ero un gallerista rampante), molti giovani che ci propongono di guardare le loro opere. Di solito le osserviamo distrattamente, anche con un po’ di sufficienza – racconta il gallerista – Un artista che cerca di farsi notare viene abitualmente guardato con sospetto. La domanda che fa l’artista (giovane) è: “ma allora come possiamo fare?”. Domanda quasi senza risposta».

La Woodman nasce e cresce in un contesto familiare già legato all’arte. Il padre era un pittore, la madre Betty una ceramista. Nel 1973 decide di iscriversi all’Abbot academy di Andover, nel Massachusetts, una scuola privata per sole donne; nel ‘76 frequenta a Providence un’accademia di belle Arti: la Rhode island school of design. Nel ‘78 segue invece i corsi europei della Rhode island school of design in Italia. Letizia Battaglia, fotoreporter e politica, si addentra nel contesto mafioso e in quello legato al terrorismo. «Letizia ha un nome di Battaglia, e di fatto è una lottatrice. L’ho chiamata un giorno, poco tempo fa, per passare a conoscerla. Un mito della fotografia, Letizia, ma non pensavo di cacciarmi nel cratere di un vulcano – spiega Massimo Minini – un vulcano siciliano, come si conviene, tra Etna e Stromboli; una fotografa di delitti, di morti, di madri disperate e guardie del corpo con magnum e il colpo in canna, di giudici riversi sui sedili, di galline e gatti sui tavoli».

fino al 10 novembre

Galleria Massimo Minini, via Apollonio 68, Brescia

info: www.galleriaminini.it

Guarda la photogallery