Gli anni del cemento

Quindici opere dell’artista che ha fatto dell’imprescindibile rapporto tra luogo e scultura l’elemento distintivo della sua poetica, sono esposte all’associazione Mara Coccia fino al 3 novembre. Il cemento e il ferro sono i materiali utilizzati da Mauro Staccioli per esprimere la sua arte, un lavoro artistico che non si distacca mai dal sito per cui è realizzato e dal momento storico vissuto.

La mostra in corso a Roma, e che prende le mosse dal libro appena pubblicato Mauro Staccioli. Gli anni di cemento 1968-1982, curato da Andrea Alibrandi e Simona Santini, affronta l’opera dell’artista toscano nel periodo a cavallo tra gli anni 60/70. Sono gli anni di piombo, ma anche anni in cui l’architettura è piena di cemento. «Ho scelto il cemento, sempre pesante, faticoso e concreto – afferma l’artista –  perché l’ho appreso in casa, da mio padre carpentiere». Staccioli dialoga con l’ambiente e recepisce la ferocia del momento storico.

Le opere che ne derivano sono geometrie semplici, solide e in cui viene dato alle punte e alle barre irregolari di ferro il compito di comunicare l’elemento di aggressione, ma anche di uno stato in costante difesa. “Adotta – scrive Simona Santini nel catalogo – un vocabolario di forme primarie, dove l’elemento geometrico non è mai ricercato per le sue intrinseche qualità formali quanto piuttosto per la sua capacità di comunicare al meglio il messaggio e di inserirsi perfettamente nei diversi contesti, in una sorta di “astrattismo empatico”, come lo ha felicemente definito Lorand Hegyi”.

fino al 3 novembre

Mara Coccia associazione, via del Vantaggio 4, Roma

info: www.maracoccia.com