Sanctuary: Semmer

Dopo la personale allo studio di Claudio Abate la fotografa  presenta Sanctuary alla galleria Gallerati di Roma, a cura di Daniela Cotimbo. Il silenzio, il sogno, il contesto surreale si adattano perfettamente al linguaggio nitido dell’artista che tanto deve al lavoro di Francesca Woodman. Il suo corpo, la sua personalità spiccano all’interno di un discorso che fa, dell’atto teatrale di immedesimazione nelle situazioni che mano mano costruisce, il punto centrale della sua esperienza.

L’estetica è pulita e la nostalgia traspare dal sentimento che la pone protagonista. L’atto solitario è complice delle strutturazioni che presuppone la sua fotografia. I luoghi, le ambientazioni sono essenziali per comunicare il senso di un’interiorità a volte smarrita, a volte sussurrata e pregnante. L’ambiguità che pone il suo lavoro fra la realtà e l’immaginazione di onirici contesti, fa sì che l’atto del guardare sia indagato permettendo l’interpretazione personale e il gusto per la scoperta di un mondo introspettivo e delicato. I significati che appaiono a prima vista sono la punta dell’iceberg di un lento e costante processo di arricchimento dell’opera attraverso la molteplicità di sensi e sensazioni.

La volontà di Maria Semmer è quella di evocare, suggerire, intrigare, predisporre all’ascolto dell’emozione. Daniela Cotimbo dice dell’artista: «Le fotografie di Maria Semmer sono l’espressione di un sentimento decadente contemporaneo fortemente radicato nell’esperienza artistica come motivo di superamento del conflitto tra soggettività e mondo.»

fino al 18 ottobre

Galleria Gallerati fotografia arte contemporanea, via Apuania 55, Roma.

info: www.galleriagallerati.it