Poco francese questo Kandinsky

Curata da Alberto Fiz, la mostra dal carattere trasversale Wassily Kandinsky e l’arte astratta tra Italia e Francia è in corso al museo archeologico regionale di Aosta fino al 21 ottobre. «Il linguaggio sviluppato da Kandinsky come progressiva tensione di forze conduce a un superamento dei canoni estetici tradizionali e alla conquista di nuove prospettive spaziali», spiega il curatore, ponendo l’attenzione sull’iter creativo del maestro russo che prende avvio dal 1925, quando porta a compimento la stesura del manoscritto Punto, linea, superficie – pubblicato dodici mesi dopo – e termina nel 1944, anno della sua scomparsa.

Dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler, Kandinsky abbandona la Germania e ripara a Parigi. Siamo nel 1933 e la permanenza dell’artista nella capitale francese si protrae per undici anni, nel corso dei quali, nonostante Kandinsky risulti piuttosto isolato, in una metropoli dove dominano i surrealisti, il suo cammino di ricerca si arricchisce di nuovi stimoli.

Sottolineare l’indagine del periodo parigino è tra gli obiettivi fondamentali dell’allestimento, che presenta al pubblico una serie di grandi capolavori: da Noir bigarré del 1935 a Voisinage (1939) ad Au milieu e balancement (1942). E ancora un passo indietro (temporalmente parlando) attraverso Rot in spitzform”del 1925, Sichel (1926) e Schwarzes stäbchen (1928). Alle quaranta opere di Kandinsky in rassegna si affiancano altrettanti lavori di artisti, sia italiani sia transalpini (da Sophie Taeuber-Arp a Piero Dorazio, da Joan Miró a Luigi Veronesi), che hanno vissuto in contatto con il maestro russo oppure che a lui si sono ispirati.

fino al 21 ottobre

Museo archeologico, piazza Pietro Leonardo Roncas, Aosta

info: www.regione.vda.it