Cavallaro, a porte chiuse

A porte chiuse è il nuovo progetto che Claudio Cavallaro ha presentato lo scorso 20 luglio, negli spazi della galleria Clou di Ragusa. Si tratta di un’istallazione circolare di grande effetto che si estende lungo tutto il perimetro della sala principale. Claudio Cavallaro nasce il 7 luglio del 1976 a Siracusa, dove vive e lavora. Nel suo lavoro utilizza vecchi oggetti in disuso o abbandonati ed elementi organici su cui interviene cercando di far emergere una possibile nuova vita: una resurrezione intesa come trasformazione in qualcosa d’altro. Indaga, infatti, la possibilità di fornire un’anima a ogni opera, rendendola in grado di trasmettere un proprio messaggio a chi le vive. Il lavoro racchiude in sé una serie di simboli e significati più o meno nascosti o chiari. Quasi tutti i materiali, le quantità e pure ogni fase produttiva non sono casuali, ma servono a rafforzare l’essenza dei suoi lavori. L’utilizzo di materiali luminosi, di pigmenti, di colori fluorescenti e fosforescenti e luce di Wood servono sia a rafforzare l’aspetto estetico delle opere, favorendone in qualche modo anche la trasmissione, sia a indagare l’idea di osservazione delle cose e degli eventi da punti di vista e condizioni di visione differenti.

Tree/resurrection è l’immagine poetica della rinascita. Come una fenice,  un tronco d’albero appassito si appresta a ricevere una nuova vita. Al centro della galleria, infatti, la radice di un albero, con ancora annessa una piccola parte del tronco, riposa su un letto di cenere. Su alcuni punti carbonizzati della radice si posano delle farfalle dipinte con polvere di carbone, come se nascessero da quelle stesse ferite. I colori delle bruciature sulla radice si confondono con quelli delle farfalle. Dal tetto pendono dei cavi neri che sorreggono alcune lampade Wood che rimandano all’immagine di una corona. L’installazione ha una duplice visione, bianca e nera, dovuta all’alternanza tra luce naturale e black light. Questa luminosità instabile, da una parte accentua la forza del lavoro stesso, dall’altra, drammatizza un contrasto, rimandando alla precarietà della vita, ma anche alla sua tenacia. E’ proprio durante i momenti più oscuri che emerge il mistero dell’esistenza. Le lampade emanano una luce blu/nera che si va riflettendo sui diversi oggetti in maniera differente. La radice, dipinta con una resina fluorescente trasparente, diventa di colore blu ghiaccio, mentre le farfalle assumono una tonalità giallo fosforescente. Sul letto di cenere compaiono, come delle ombre, i prolungamenti di alcune radici dipinte anch’esse con resina fluorescente.

Un senso di sacralità perduta percorre tutta la produzione di Claudio Cavallaro, la cui ricerca si fonda sui concetti di risurrezione, trascendenza, cambiamento e trasformazione. Inoltre la mostra è caratterizzata da un contributo performativo di Sara Petrolito. Col corpo completamente flou, Sara Petrolito interagisce con gli sguardi a distanza del pubblico delimitato dietro le vetrate all’esterno dello spazio espositivo della Galleria. Tale effetto, creato grazie a un apposito cerone, le permette di riflettere come se fosse essa stessa luce. Questo nuovo lavoro si ricollega alla filosofia esistenzialista di Sartre nella quale lo scrittore analizza il tema dell’altro come elemento essenziale per conoscere il proprio sé. Cavallaro e Petrolito hanno, inoltre, collaborato insieme al fine di creare un’originale traccia sonora basata sul suono delle piante.

fino al 9 settembre

Galleria Clou, piazza San Giovanni 33,  Ragusa

info: www.galleriaclou.it