Pecci, al via il progetto

Inaugurato nel 1988 a Prato, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci è presto divenuto uno dei poli di primordine del panorama espositivo italiano. Ideato sul modello del centre Pompidou di Parigi, oltre a ospitare un susseguirsi incessante di importanti mostre, ha trovato nella multidisciplinarità il suo tratto caratteristico, dando spazio a una biblioteca e facendo da scenario a incontri, conferenze, concerti e spettacoli teatrali. L’esigenze di un ampliamento degli spazi espositivi è nata dopo un ventennio di febbrile promozione di mostre temporanee a cui si è sempre affiancato, però, l’acquisto di opere, inteso a dare vita a una collezione permanente di assoluto rilievo. «Il prossimo anno festeggeremo i venticinque anni di attività – spiega Marco Bazzini, direttore artistico del centro Pecci – e in questo lasso di tempo siamo riusciti a raccogliere oltre 1.100 lavori. Quindi, quello che era nato come un centro per l’arte contemporanea con una missione allora molto innovativa rispetto ai modelli presenti in Italia, dopo venticinque anni si amplia con uno spazio adibito alla presentazione in permanenza della collezione che, fino a questo momento, è sempre e solo stata presentata parzialmente in diversi occasioni espositive».

Il progetto per la nuova struttura, che trasforma il centro in un vero e proprio museo, è stato realizzato dall’architetto olandese Maurice Nio. Anche lui non manca di sottolineare la necessità dei lavori d’ampliamento. «Il problema maggiore del museo – dichiara Nio – era la mancanza di continuità tra i percorsi di fruizione e circolazione: il percorso esistente era lineare e fortemente direzionato. Secondo punto debole dell’edificio era l’ingresso principale, di difficile individuazione. Per questi due motivi mi piace paragonare il museo al palazzo imperiale di Tokio, visibile da tutti ma estremamente inaccessibile. Il primo problema è stato risolto con la creazione, al primo piano, di un nuovo percorso, in maniera da creare una diversificazione degli assi di fruizione. Il secondo punto si è risolto collocando al piano terra tutte le funzioni rivolte al pubblico. Abbiamo infine orientato l’ingresso principale chiaramente in direzione dell’incrocio delle strade principali». Il pragmatismo dell’intervento è splendidamente raccolto in una struttura a mezzaluna tanto semplice quanto affascinante, che abbraccia l’edificio originale. Il tocco fantasioso, che contraddistingue tutti i progetti di Nio, è dato da una torre a zig zag che spunta dalla struttura principale. «La torre – precisa Bazzini – ha la funzione di dare stabilità all’edificio ma è anche un ornamento che dovrebbe rappresentare un’antenna che percepisca i segnali più contemporanei che arrivano dall’esterno e portarli dentro il museo». Una perfetta resa simbolica della strenua attività di ricognizione e promozione dell’arte contemporanea che ha contraddistinto l’intero percorso del centro Pecci.