Arte & sport a Londra

Raccontare lo sport attraverso l’arte è come innalzare i protagonisti degli avvenimenti sportivi a soggetti epici che nell’opera d’arte trovano la massima espressione di celebrazione: passione, sacrificio e superamento dei limiti sono tutte caratteristiche che si ritrovano sia nell’arte che nello sport. Le Olimpiadi di Londra sono certamente una ghiotta occasione per recarsi nella capitale britannica e un amante dell’arte non troverà certo modo di annoiarsi nell’attesa tra una gara e l’altra. Parallelamente ai giochi olimpici inaugurano, infatti, anche molti e interessanti eventi collaterali che raccontano attraverso l’arte l’affascinante universo sportivo. Fino al 12 agosto l’esposizione The Olympic journey: the story of the games presenta nelle suntuose sale della Royal opera la storia, a partire dalle origini, delle Olimpiadi e degli atleti che l’anno vissuta e interpretata. La mostra espone l’esibizione completa delle medaglie e delle torce che si sono viste nell’era moderna e resterà visibile nel periodo di svolgimento dei giochi stessi. Non mancano opere d’arte proprio nell’area attorno allo stadio Olimpico dove sono stati piantati sottili fusti circondati da un cerchio in metallo che, un giorno, diverranno grandi alberi. Sono le sculture degli inglesi Akroyd e Harvey che, con i classici mezzi tutti naturali della loro arte fatta di erba, architettura, alberi e foglie, hanno interpretato i cerchi olimpici. L’installazione History trees: dieci alberi di grandi dimensioni, che raggiungo anche i 18 metri d’altezza. Per ammirarli è possibile sedersi sulle colorate panchine del parco olimpico realizzate dai designer e artisti britannici Klassnik Corporation, Riitta Ikonen e We Made That. Di grande impatto l’Arcelor Mittal, la torre in ferro posta vicino lo stadio alta centoquattordici metri (più della Statua della Libertà e della torre Eiffel) progettata dall’artista anglo-indiano Anish Kapoor e Cecil Baslmond.

Stamattina alle 8.12 in punto in concomitanza con l’arrivo della torcia in città, le campane del Big Bang hanno suonato il più forte e velocemente possibile per tre lunghi minuti. Work no. 1197 è l’opera sonora di Martin Creed, vincitore del Turner prize 2001: concretizzazione massima dell’eccitazione che si respira a Londra in questi giorni. Per festeggiare le prime Olimipiadi delle donne saudite, il Qatar museum ha commissionato alla fotografa francese Brigitte Lacombe la mostra Hey’Ya: donne arabe nello sport. L’esposizione presenta una nuova serie di grandi fotografie che ritraggono più di 50 sportive provenienti da 20 diversi paesi arabi, accompagnata da un video-documentario girato dalla sorella della fotografa, Marian Lacombe. Il progetto, realizzato in sette mesi, è iniziato nel dicembre 2011 nel villaggio atleti dei giochi arabi a Doha, dove le Lacombe hanno installato il loro studio. Hanno poi seguito tutte le atlete in viaggio attraverso i paesi del Golfo e il Nord Africa. Il risultato è da oggi in mostra alla galleria Sotheby’s e sarà visitabile fino all’11 agosto. A Shoreditch, poco lontano da Londra, Bmw mette in mostra la sua collezione di auto d’artista dagli anni Settanta a oggi iniziata dal pilota Hervé Poulain con l’amico Alexander Calder che disegnò la prima automobile d’artista, a cui seguirono quelle di Andy Warhol e di Roy Lichtenstein.

Sempre in occasione dei XXX giochi olimpici, casa Italia Coni ospita la terza Esposizione d’arte olimpica e sportiva Tradition innovation – Italian olympic spirit. La mostra, curata da Renata Freccero, presenta tre proposte espositive coniugate dalla rappresentazione sportiva. Tra queste la mostra “Rings and rectangles” del fotografo Stefano Nicolini che si compone di 18 opere di levità e trasparenze. Vere e proprie trasfigurazioni di figure, ora singole ora in gruppo, ma tutte, pur in modi diversi, ritratte nell’eccellenza del gesto atletico. Lo svolgersi delle rappresentazioni artistiche di Nicolini è un percorso che avvia lo spettatore a scenari sportivi possibili e futuri, trasmettendo, come dichiara l’artista, «la creatività delle transavanguardie come sintesi e superamento dell’arte concettuale applicata al gesto sportivo vincente, tramite elementi possibili ma irreali».

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