Dal passato per il futuro

Ha inaugurato sabato 23 giugno la mostra In the meanwhile presso la Bt’f gallery di Miria Baccolini a Bologna. Gi artisti in mostra sono 4: Stefano Canto, Gregory Chatonsky, Cristian Rizzuti, e affrontano un tema delicato, quanto affascinante come la correlazione tra evento, storia, informazione e sapere, che, come sostiene Marc Augè, ha una natura profondamente conflittuale. Le opere presenti in mostra rappresentano una rilettura nell’età dell’informazione di eventi e immagini consegnati alla storia (Cristian Rizzuti e Stefano Canto), la possibilità di monitorare online ciò che accade e di prevedere un trend, un’immagine che appartiene al futuro (Carlo Zanni e Gregory Chatonsky).

L’installazione multimediale di Cristian Rizzuti, Linea Gustav (2012), è una rielaborazione acustica delle 50 ore di libertà che il 14 maggio 1944 Alphonse Juin, comandante del corpo di spedizione francese in Italia, concesse ai suoi soldati lungo la linea che divideva in due la penisola italiana: la linea Gustav. Stefano Canto con la serie fotografica Corpus indietreggia negli anni ‘20 e ‘30 e fa rivivere due infallibili strumenti di propaganda politica di regime, architettura e sport. Ritraendo persone in posizioni ginniche simili a quelle delle foto in bianco e nero realizzate durante i saggi sportivi fascisti, inserite nel contesto della Roma odierna. Con il video Me ne frego riunisce invece quattro riprese amatoriali realizzate con smartphone all’interno di stadi calcistici italiani, per evidenziare come a distanza di 60 anni dalla fine del fascismo molti ambienti della tifoseria calcistica mostrano di essere ancora molto legati a quei principi, evidenziando l’incapacità culturale di creare una identità contemporanea svincolata da tale passato.In questi due lavori l’artista vuole indagare il rapporto tra architettura, sport e propaganda mettendo a confronto alcuni aspetti, quali corpo architettonico e corpo fisico, perdita d’identità e monumentalismo ginnico.

Con l’opera In the Meanwhile Gregory Chatonsky permette ai visitatori di creare un collegamento visivo col passato, attraverso dei cursori che passano sullo schermo attivati dai fruitori stessi. Infine la mostra ospita l’opera online The fifth day di Carlo Zanni, una sequenza di dieci immagini che mostrano una corsa in taxi, presentata come uno slide show con la musica di Kazimir Boyle a colonna sonora. Il lavoro mette in evidenza come il web riesca a trasfromare gli elementi che definiscono il concetto di arte pubblica: il principio di autorialità, l’opera, la dialettica fra autore-opera-spazio-pubblico, la memoria che l’opera evoca. L’Egitto diventa una metafora per indagare l’attualità del Medio Oriente.

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