Ogni scarpa una camminata

Scarpe, scarpe e ancora scarpe. Nell’immaginario di Cristiana Pacchiarotti sembra non esserci altro. Un cliché tipico dell’essere donna, una vera e propria metafora dell’intimità femminile esposta, sospesa e costretta all’interno di un’identità fatta di contraddizioni e di contesti destrutturati e destrutturanti. Nata a Roma nel 1970, dove attualmente vive e lavora, l’artista di diploma dapprima in arte al Liceo artistico di via Ripetta e, successivamente, si laurea in architettura a valle Giulia. Dopo numerose esperienze artistiche di vario genere si è poi dedicata completamente alla pittura, esponendo sia in Italia che all’estero. Sono anni, ormai, che l’artista indaga e si sofferma su certe tematiche.

La sensibilità dell’essere parte dell’altra metà dell’universo le consente di attribuire alle immagini della sua fantasia un carico altro, ben più strutturato di ciò che all’apparenza si vede, anche attraverso un cambiamento stilistico che ha percorso la sua opera nel tempo. I suoi primi ritratti, infatti, erano di scarpe belle, definite, provviste di un tacco vertiginoso, simboli di una femminilità consapevole, spregiudicata e forte. Calzature che finivano, però, per essere costrette da letali morse di lacci, nastri e filo spinato, sospese in una vacuità assoluta. Oggi la Pacchiarotti propone un suo nuovo punto di vista dove le scarpe non sono più oggetto-soggetto ma un vero e proprio strumento che riempie la tela, ripetendosi e divenendo una specie di alfabeto che traduce l’io della donna.

Opere come I cumuli, Il naufragio, Sismografia del desiderio parlano di un sommerso che oggi intraprende una strada di cui è possibile non vedere a breve la meta finale, ma che mostra l’intento dell’artista di sciogliere i lacci che stringono l’identità femminile, liberandola e facendola esprimere con forza, perchè per sua natura non può essere costretta, né ingabbiata. L’alfabeto dell’artista, così, smargina e deborda, riempiendo tele non più candide e immacolate, ma spesse e di iuta, che non bastano a contenerlo tutto per l’infinità delle sue sfumature e delle sue inclinazioni. Scarpe per esprimere qualcosa di più, insomma. Qualcosa che sia dipinto idealisticamente di rosa, con delle belle sfumature corvine in evidenza. In occasione della nuova collaborazione con lo spazio di Materia a Roma, contestualmente, sarà esposta una selezione di opere del lavoro di Cristiana Pacchiarotti, in corso Vittorio Emanuele II, 189 a Roma.

fino al 7 luglio

Galleria fondaco, via degli Zingari 37, Roma

info: www.fondaco.eu

 

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