Dal 30 giugno, il Maca (Museo arte contemporanea acri) ospita un’importante mostra retrospettiva, la prima su territorio nazionale, dedicata ad Hans Richter (Berlino 1888, Locarno, 1976). Artista poliedrico enormemente affascinato dalle infinite possibilità espressive fornite dal mezzo cinematografico, di cui fu uno dei massimi sperimentatori, Richter fu tra i padri fondatori del Dadaismo, nonché uno dei suoi maggiori esponenti. Dopo un primo periodo espressionista, in cui dipinti e disegni risentivano della forte influenza del movimento Der Blaue Reiter, Richter si trasferì a Zurigo, dove, nel 1917, dette vita, con Tristan Tzara e Hugo Ball, al movimento Dada e, due anni più tardi, fondò, assieme ad Hans Arp e Marcel Janco, il Group des artistes radicaux. Contemporaneamente iniziò la sperimentazione, con i rotoli dipinti, di derivazione cinese, nel tentativo di rendere al meglio l’idea di movimento, trasportando la figura oltre i limiti del quadro tradizionale.
Il passaggio dietro la macchina da presa, avvenuto a partire dal 1917, fu per lui una scelta obbligata. Nacquero così i primi cortometraggi, tra cui, risultano fondamentali quelli della serie astratta Rhythmus (1921 – 1925). Nel 1940, Richter si trasferì a New York, dove realizzò due lungometraggi, entrambi presenti in mostra: Dreams that money can buy (1947) e 8 x 8: A chess sonata in eight movements (1957), nati dalla collaborazione con Max Ernst, Jean Cocteau, Fernand Léger, Alexander Calder e . La mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione culturale De arte e promossa dall’associazione Oesum Led Icima, raccoglie una settantina di opere di Richter, tra oli, collage, carboncini, disegni, serigrafie, acqueforti, lettere e cartoline Dada, a testimonianza dell’estro e della poliedricità dell’artista, oltre a ventotto importanti sperimentazioni cinematografiche dadaiste.
«Considero il cinema come una parte dell’arte moderna, soprattutto come un’arte visibile – scriveva il grande artista – ho sperimentato, per così dire a mie spese, che certi impegni della pittura possono essere realizzati solamente nei film. Il film è lo sblocco di alcune delle strade indicate dalla pittura che non hanno trovato un completamento nelle arti figurative. Qui si presentano i grandi compiti per il futuro. Arte moderna e film moderno si completano». A partire dal 15 settembre, alla mostra verrà affiancata un’esposizione di lavori dei sette giovani artisti vincitori del concorso Young at art, che reinterpreteranno, ognuno attraverso il proprio peculiare stile, le suggestioni provate confrontandosi con l’opera di Hans Richter, dando vita a un’interessante riflessione sull’eredità del Dadaismo nell’arte contemporanea, declinata attraverso l’intero spettro delle sue modalità espressive: pittura, scultura, body art, grafica vettoriale, fotografia e video-arte.
fino al 7 ottobre
Maca, piazza Falcone, Acri
info: www.museovigliaturo