Visioni

Civitella del Tronto

Nell’ambito di Castelbasso/Civitella. Cultura contemporanea nei borghi l’Associazione culturale Naca arte presenta la mostra Visioni. La Fortezza di Civitella del Tronto diventa una Fortezza dell’arte: la particolarità della sua posizione, conformazione, struttura architettonica, urbanistica e paesaggistica, ha portato i curatori a comporre la mostra di due sezioni, quali parti di un unico corpo. Una Fortezza anche plurale, perché pensata per ospitare le diverse e molteplici forme di espressione dell’arte di oggi, dalla pittura alla performance, fino ad opere che sono uscite dai confini dell’arte, per diventare film. Si tratta di una delle più imponenti opere di ingegneria militare d’Europa che, con i suoi 25.000 mq di superficie e una estensione lineare di più di 500 metri, ha rappresentato un baluardo posto dagli Angiò, prima, e dai Borboni, poi, al confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, luogo mai espugnato fino all’Unità d’Italia. La mostra si snoda tra i vari ambienti interni ed esterni della fortezza medesima: nelle vaste piazze d’armi e i lunghissimi camminamenti di ronda come nella cisterna dell’acqua, o nella neviera, oppure nelle carceri e nelle camere degli ufficiali, nei cunicoli segreti, o nella chiesa. Visioni è una mostra che non intende mettere al centro della riflessione dell’arte una qualche teoria estetica, o etica – affermano i curatori – ma molto più semplicemente le visioni differenti di artisti di varie generazioni che esprimono con mezzi vari una concezione personale dell’arte e quindi del mondo. Difatti, pensiamo che gli artisti, grazie al loro sguardo, riescano a farsi interpreti della propria epoca superandola come promessa di futuro di cui oggi si sente necessariamente il ritorno. Questo ritorno al futuro si articola in due parti di una stessa unità: da un lato l’esposizione, con pitture, sculture, istallazioni, disegni, video, fotografie, performance, opere realizzate con le tecniche più svariate che l’arte contemporanea ha assunto come materiali di riferimento, dall’altro la proiezione di un serie di film. Nella prima sezione tra le opere presentate Stefano Arienti (istallazione) – visione della manipolazione del libro, Vanessa Beecroft (fotografia e pitture)– visione del corpo antico-contemporaneo dell’arte, Maurizio Cattelan (istallazione) – visione della critica attiva contro il sistema scolastico, Enzo Cucchi (pittura- scultura) – visione visionaria della spiritualità originaria, Gino De Dominicis (opera sonora) – visione ironico-infernale del riso cosmico. L’altra sezione vede la trasformazione della chiesa della Fortezza in un vero e proprio cinema, in cui verranno proiettati, per la durata della mostra, film “cinematografici” di artisti. Non si tratta, infatti, di film d’arte pensati per il circuito del sistema dell’arte, ma di film in cui artisti visivi hanno avuto il ruolo di registi e sceneggiatori, usciti nelle sale e presentati anche nell’ambito di festival del cinema come Venezia, Cannes, Locarno, risultando in alcuni casi premiati. Vedremo proiettati film di Steve Mc Queen, Shirin Neshat, Mimmo Paladino.

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