Soffio di Alice Schivardi

Alice Schivardi, classe ‘ 76, è un’artista romana che lavora con vari medium fra cui fotografia, ricamo e video. Il punto di partenza è sempre la realtà: la sua esperienza personale, il suo cane, racconti di conoscenti che ha incontrato nella sua vita. Poi questa realtà viene trasfigurata dalla creazione, il processo dell’immaginazione la modifica e la fa diventare altro da sé. C’è una sorta di sublimazione, di correzione nell’immaginario: il dato fisico e quello mentale si alterano, si mescolano, si interscambiano. Possiamo citare alcune sue opere in cui il protagonista è il suo volpino: la Madonna del volpino, la serie fotografica Blanco, l’animale inesistente, e la carta da parati che ha ideato. I lavori video sono documentazioni di performance che poi diventano veri e propri prodotti audiovisivi. A Praga, nell’ambito di Tina B festival, ha realizzato una azione in cui sogni veri che le avevano donato delle persone venivano interpretati da un attore. Poi l’audio del racconto di questi sogni e la documentazione della performance sono stati diffusi per la città con un camionicino munito di altoparlante e videocamera. Il risultato? Un video a doppio schermo con le due esperienze. Al Ciac di Genazzano nella mostra Ente comunale di consumo a cura di Claudio Libero Pisano, invece, la performance che dà vita al video Aquilone rosso nasceva da due dati di realtà: la storia di un uomo che narra di suo padre che, quando lui era bambino, gli aveva costruito un aquilone con la carta oleata, così l’aquilone non volava, e, insieme, l’incontro con Anna Fabbri, una sarta di Genazzano. L’unione di questi due elementi porta la Schivardi a proiettare il racconto dell’uomo sulla parete mentre Anna Fabbri ricuce l’aquilone con la carta oleata. Il 2012 è l’anno di Soffio, che qui presentiamo. L’azione, che viene filmata e diventa poi l’opera video, nasce dal tema della mostra a cui Schivardi è stata invitata a partecipare: Dieci ragazze per Freud a cura di Lori Adragna. Freud è stato etichettato come un maschilista e l’esposizione, dove sono state presentate tutte artiste donne, giocava su questo fatto. L’idea di Alice parte dalla conoscenza di Nicoletta Salvi, una cantastorie femminista che suona anche il violino. La contatta. Nel lavoro è incinta, è nuda, suona il violino, si alza, cammina e si siede. Nonostante sia al settimo mese riesce a svolgere tre ore di performance: l’aspettare un bambino non è più una limitazione. Questa azione parte da una riflessione sulla vita che si rigenera, su un nuovo inizio, sul ciclo dell’esistenza. Così c’è un riferimento a Freud che stigmatizza il suo pensiero. Il viso della donna è delicato e si rivela tutta la bellezza di un corpo nudo deformato. Non c’è la volontà dello scandalo di una quasi-mamma nuda, al contrario, si insinua tutto con dolcezza. Salvi suona varie ninnananna, con eleganza e familiarità. L’operatore è Claudio Stirlani. Il video è stato prodotto in collaborazione con The gallery apart.

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