Alla galleria Furini arte contemporanea, fino al 21 luglio, è in mostra il nuovo progetto di Fratelli Calgaro intitolato “Out of memory”, una serie di lavori fotografici che documentano la memoria visiva intesa come stratificazione dei ricordi, il tutto ripercorso e analizzato attraverso un’acuta analisi estetico-sociale. In particolare è proprio il titolo della mostra a richiamare il messaggio di errore e di allarme che compare quando un sistema di memoria non è più sufficiente o compatibile, volto dunque a rappresentare qualcosa che è al di fuori dell’archivio mentale dell’essere umano costituito dalle esperienze della sua vita. Fratelli Calgaro è lo pseudonimo di Giuseppe Calgaro, artista che vive e lavora a Milano. Laureatosi in filosofia all’Università degli studi di Venezia, firma il suo primo lavoro artistico nel 2003 fondando a Sandrigo la Fratelli Calgaro. Ha preso parte successivamente a molte mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero.
Quella che viene proposta alla Furini arte contemporanea è un lavoro che ammicca alle tematiche dello scrittore statunitense Philip Dick affrontate nel suo romanzo Il cacciatore di androidi del 1968. In esso lo scrittore esprime il suo pensiero su cosa è reale e cosa è artificiale, oltre a esplicitare la tendenza dell’essere umano a divenire sempre più simile alle macchine e dunque a perdere il senso della realtà e il rapporto tra soggetto e oggetto. “Out of memory”, infatti, esamina il mutare del ruolo della fotografia e della sua funzione di documento in un’accezione fatta in particolare di condivisione, caratteristica moderna che amplifica il suo potere comunicativo allargando la conoscenza al grande pubblico ma, di contro, riducendo notevolmente la traccia di memoria personale di ognuno. L’inconscio, quindi, diviene un introito digitale che non necessariamente allude alle esperienze private, ma che nasce e si forma attraverso l’immagine riprodotta su un schermo.