A sud del cielo, Andrea Mastrovito

Andrea Mastrovito, artista bergamasco che vive a Bergamo e New York, si esprime con vari linguaggi: disegno, incisione, performance e video. Tutto il suo lavoro parte dal disegno e dall’ispirazione che trae da ogni elemento della vita. Importante il suo rapporto con la natura: «La natura è, al medesimo istante, il tempo e lo spazio in cui viviamo. Tempo e spazio che percepiamo in maniera individuale ed estremamente personale e che, quindi, citando Schopenhauer, sono volontà e rappresentazione di chi li vive». Anche l’uomo è parte centrale e viene definito dall’artista «un figlio del destino, un figlio di qualcosa di più grande di lui, di un “daemon” che, inevitabilmente, gli appartiene fin dalla nascita». Nei suoi video, molto raffinati, utilizza la tecnica del “rotoscoping” in cui quasi ogni fotogramma corrisponde a un disegno animato che si basa su di un video realmente girato ed è interamente ridisegnato dall’inizio alla fine. Nell’ex Oratorio di san Lupo a Bergamo, a fine 2011, Mastrovito ha realizzato il progetto A sud del cielo che si ispirava alla storia del martirio di Sant’Alessandro, patrono della città. Questa storia risale al III-IV secolo: Sant’Alessandro fu decapitato e dal suo sangue che venne a contatto con il terreno nacquero dei fiori, gigli e rose. Il luogo, costruito nel 1734, ha un’architettura verticale e irregolare che ha imposto un intervento in situ, ne ha creato uno anche Kounellis prima di Mastrovito. Sul soffitto l’affresco raffigurante il martirio. A terra l’artista aveva posto i suoi libri di fiori, circa trecento, mentre sul soffitto nasceva la sua animazione. Nel lavoro video, nei primi due minuti e mezzo, appariva un cielo con le stelle disposte in maniera non casuale ma secondo la formazione che si presentava il giorno del martirio, il 26 agosto del 303, insieme, l’accompagnamento del rumore dei grilli. Poi l’animazione raccontava del santo con il sottofondo della canzone “South of heaven” degli Slayer: il sottostante affresco settecentesco che prima era coperto dal buio del cielo si svelava e si animava con i vari personaggi, principali il boia e Sant’Alessandro. Alla fine, attraverso una proiezione, il sangue figurato colava lentamente dalla colonna di destra e arrivava a terra. In questo momento i libri di fiori si illuminavano. La canzone “South of heaven” degli Slayer non è stata scelta a caso, parla di morte e nella cripta sono sepolti i cadaveri e le ossa dei membri della Confraternita, dà l’idea che debba avvenire qualcosa di cattivo, ci si può riferire al martirio. Inoltre le sue parole raccontano di avvenimenti contro la natura e la vita, omicidi e stupri, e sembra che l’oratorio sia stato sconsacrato perché all’interno si verificavano incontri incestuosi fra laici e clero. Per godere dell’animazione-video l’artista ha fatto posizionare una moquette su cui le persone si potessero stendere. Info: www.andreamastrovito.com

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