Vi proponiamo un intervento di Carla Sanguineti, artista e scrittrice, in occasione della Biennale donna a Ferrarra dal 22 aprile al 10 giugno al Padiglione d’arte contemporanea.
Nel 1965 Franca Viola, in Sicilia, rifiutò il matrimonio riparatore con il suo stupratore; difesa da Franca Lagostena Bassi, al processo, ottenne la condanna per l’uomo. Da allora il movimento delle donne conobbe, negli anni ’70 e ’80, una crescita di consapevolezza straordinaria. Ci furono le civilissime discussioni, per tutto il paese, intorno ai temi del divorzio e dell’aborto, del lavoro e dell’educazione dei figli, della partecipazione alla vita sociale e politica Intensa era l’attività per una cultura in difesa della pace: si creavano centri e associazioni, si organizzavano manifestazioni ovunque si giudicasse di dover intervenire.
Prima che lo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia arrivasse come una pugnalata nel cuore dell’Europa, proprio come nel 1914, avevamo davvero sperato di poter creare strutture forti contro la guerra e la violenza. Molte di noi avevano ben chiara la connessione violenza subita e violenza riproposta. In un Centro donna della provincia della Spezia decidemmo di stampare, dal 1980 in poi, una collana editoriale La ferita e l’arma, edita dal Centro internazionale della grafica di Venezia, che studiava l’identità maschile e femminile nella storia in relazione alla guerra e alla violenza. I volumi tentarono una risposta all’eterna domanda: da dove viene la violenza sulle donne? Perché gli uomini stuprano? Fu chiaro a tutte noi che lo stupro nasce con la guerra, prima della storia, e continua poi in epoca storica, e cambia modalità, di epoca in epoca, e si ripresenta come un raptus anche in situazioni non belliche.
Il testo completo lo trovate sul numero di Inside Art di aprile in edicola
Fino al 10 giugno
Padiglione d’arte contemporanea, porta Mare 5, Ferrara
Info: www.artecultura.fe.it