Via Margutta non è solo vespa, Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze romane. Via Margutta uguale “Le paradis terrestre” per tirare in ballo Jean Cocteau che ci soggiornò nel 1917 per lavorare insieme a Picasso. Così, almeno, ha scritto il francese alla madre parlando della strada. E si sà alla mamma non si mente mai. Sono precisamente cinque i secoli che hanno fatto la storia di questa via, da un Seicento partito in sordina fino al secolo scorso, in tutto 24 nazioni e 5 continenti.
A tracciarne una storia è Valentina Moncarda nel suo libro Atelier Margutta edito da Umberto Allemandi. « In questa striscia di città si sono succedute intere generazioni di artisti per 500 anni – dice l’autrice alla presentazione del testo – e a pensarci bene è cosa più unica che rara. Anche nelle altre grandi metropoli ci sono stati quartieri famosi per l’arte, ma sono sempre stati periodi, brevi stagioni». Il lavoro di Moncarda è durato 10 anni e l’opera che ne è derivata è una raccolta di saggi dove si parla delle storiche gallerie, di pittori, di scultori, fotografi e registi che hanno reso questa via quello che è oggi.
Per l’occasione dal 19 aprile fino al 25 maggio la via si veste a festa per celebrare se stessa. Tutte le gallerie saranno coinvolte con mostre, concerti e manifestazioni. Tra gli artisti esposti troviamo Luigi Ontani, Gino Severini, Picasso, Cy Twombly, Emilio Vedova, Umberto Boccioni e Fellini. Lungo la strada a eterna memoria vengono poste delle targhe per ricordare dove, quanto e quali personaggi hanno soggiornato in questa via. Se vi state chiedendo ancora quanto sia importante questa via dovete sapere che a Rio de Janeiro c’è un Ristorante Margutta.
Fino al 25 maggio
Festival delle arti, via Margutta, Roma
Info: 063207956