Ideata dalla galleria Colonna e ospitata dal museo fondazione Luciana Matalon, a Milano, la mostra Madre terra ha come protagonista Mario Paschetta. Classe 1949, l’artista lombardo fa sì ricorso a una tecnica tradizionale, della quale mantiene alcuni generi classici, dalla marina al paesaggio, e un uso espressivo del colore, suggestive le distese collinari, ma anche i mari, ma non disdegna, tutt’altro, una terza dimensione tangibile accompagnata da una corposità tattile.
È come se gli orizzonti evocati dalla spatola, dal pennello e dai pigmenti non si accontentino di rimanere chiusi nei confini del telaio, bensì premano per superarli e vincerli, incalzando lo sguardo dello spettatore. A cura di Francesca Porreca e visitabile fino al 21 aprile, Madre terra propone al pubblico una serie di lavori dove la parte inferiore è sempre quella più pesante, cospicua di elementi e di trame; in questo modo le opere tendono ad assumere una consistenza piramidale che definisce la prospettiva, inducendo i cieli, gli azzurri delle campiture superiori a una fuga verso l’interno, mentre la corposa base suggerisce una solidità plastica.
Attraverso il gesto di Paschetta, che inizia a dipingere all’età di quattordici anni, la materia che descrive l’acqua, le onde, le piante, la terra, i muri sembra aver assorbito dalle forme riprodotte la sostanza. Dunque, l’anima stessa.
Fino al 21 aprile
Fondazione Luciana Matalon, via san Barnaba 38, Milano
Info: www.fondazionematalon.org