Il video della settimana

Così Guy Debord si esprime sulla mercificazione della condizione dell’essere umano attraverso lo spettacolo nel suo scritto La società dello spettacolo: «più egli contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la sua propria esistenza e il suo proprio desiderio». Debord, fondatore dell’Internazionale situazionista, pone la sua attenzione al mondo dei mass media e ne critica il potere deviante in un discorso più ampio sulla società capitalista. Francesca Fini nel suo videoperformance “Humans” si ispira al suo pensiero. Fini ha sempre lavorato nell’ambito della televisione, ma con essa ha un rapporto ambivalente e spesso se ne distacca. Autrice di documentari indipendenti riflette in questo lavoro sull’immagine televisiva che con sovrapposizioni, giustapposizioni – pensiamo ai telegiornali o alla programmazione dei palinsesti- appiattisce e sconvolge la recezione della realtà tramite una spettacolarizzazione con cui Francesca si trova a combattere dall’interno. Un altro elemento che è presente in Debord e Fini è la matrice surrealista: l’artista si può definire come esponente del pop-surrealismo, movimento che nasce negli Stati Uniti, precisamente a Los Angeles, sul finire degli anni ‘60. L’intento di Francesca è quello di creare una trasposizione del reale in una dimensione metafisica. Regista, digital artist, videoartist e performer produce nella sua arte contesti in cui le sue azioni possono identificarsi come «veicoli di segni simbolici universali», come dichiara a proposito del suo rapporto con il surrealismo. Il suo studio è caratterizzato dal nero delle pareti perché quando crea vuole isolare il reale da situazioni contingenti per realizzare, per l’appunto, un messaggio che si focalizzi sul segno. Elemento essenziale, d’altra parte, il colore che conduce direttamente all’inconscio senza narratività ma con una presa diretta sull’emotività. L’uso che fa del colore ha poi una connotazione pop. “Humans” si rivolge all’umanità in generale attraverso il corpo di due ballerine, Tiziana Cesarini e Claudia Comina, che creano una performance, coperte da un vestito schermo, di fronte ad un acquario su cui sono proiettate immagini televisive. Mentre ballano l’artista disegna su di loro e “scolpisce” la musica attraverso la sua tavoletta grafica. La lotta fra le due donne è per il possesso del telecomando, mentre scorrono sull’acquario immagini di cinegiornali, azioni di guerra in Iraq o talk show. La volontà è quella di riflettere sulla illusoria possibilità decisionale che abbiamo nelle nostre vite attraverso la scelta dei programmi da guardare. La carriera di Francesca Fini nasce con il suo lavoro in televisione per la Rai e Canale 5. Nel 1999 fonda poi una delle prime webtv italiane in streaming Unicatv e dal 2000 approccia al mondo dell’arte dopo la conoscenza dell’artista concettuale americana Kristin Jones con cui collabora per il progetto Tevereterno. Il video “Humans” è presentato nella mostra 10 ragazze per Freud a cura di Lori Adragna per Nufactory, con l’assistenza di Antonella Di Lullo, in corso fino al 30 aprile al teatro Palladium di Roma.