Resta aperta fino al 29 aprile la mostra Né qui né altrove al museo Andersen di Roma, curata da Adriana Polveroni e Martina de Luca. È frutto del lavoro a quattro mani di Giuseppe Pietroniro e Marco Raparelli che ha per oggetto il museo. I due artisti, infatti, hanno alterato l’allestimento della collezione dell’ex casa dello scultore norvegese, una palazzina liberty appena fuori da porta del Popolo risalente agli anni 1922-1924, con un intervento volto a modificarne la funzionalità e la percezione, attraverso l’inserimento di piccole sculture e disegni.
Un’installazione mossa dall’idea di addizione e sottrazione, realizzata con tecnica grafica, fotografica e uso di materiali eterogenei. Come nell’atélier del museo, dove alcune delle sculture del norvegese sono state trasformate con della carta per darne una lettura in chiave ironica, o nella sala centrale al primo piano, le cui pareti sono state ricoperte di carta su cui Raparelli ha realizzato un disegno, elemento costitutivo del suo lavoro, che riproduce la morfologia dell’ambiente.
I due artisti trattano il tema della spazialità in modo diverso e complementare: da un lato Raparelli crea ambienti fittizi attraverso il suo segno a matita, dall’altro Pietroniro svuota lo spazio da qualsiasi presenza, aumentandone la percezione destabilizzante. Il risultato è una riflessione equilibrata e stimolante sul concetto stesso di museo e, in particolare, sulla crisi del museo contemporaneo la cui soluzione non è, come suggerisce il titolo della mostra, “né qui ne altrove”.
Fino al 29 aprile
Museo Andersen, via Pasquale Stanislao Mancini 20, Roma
Info: www.museoandersen.beniculturali.it