I nudisti timidi di Kawamura

Al Pigneto sono approdati dei personaggi davvero particolari. Nudi e goderecci, questi omini saltellanti riempiono, fino al 14 aprile, la galleria 291 Est di Roma. Sono i cosiddetti Nudisti timidi, una creazione paranormale di Gun Kawamura, che dalle strade del vivace quartiere capitolino, sono andati a finire nei sobborghi di New York, in particolare a Bushwick, per delle fulminanti incursioni gastronomiche all’interno della linea L della metropolitana. Poi sono approdati persino in Giappone, a Shizouka, precisamente a Yaizu, per improvvisare dei pic-nic a base di panini con la porchetta, secondo la più viscerale tradizione culinaria romana. Con questa esposizione, tornano invece alla base, varcando i confini del loro quartiere natale, il Casilino. Un movimento spiazzante e anticonformista, che interrompe il flusso della normale routine cittadina di ognuno, trasformando gli spazi urbani in teatro avanguardistici, stravolgendo completamente forme e regole della programmatica compostezza in cui viviamo e delle leggi naturali che inquadrano l’uomo moderno privandolo del suo ruolo più atavico e genuino.

I Nudisti timidi accentuano, in una chiave spropositatamente straniante, la voglia di emancipazione insita in ogni essere umano. Ci si libera così, in primis, della costrizione dei vestiti, la prima gabbia etica e sociale, sfidando il buoncostume e il pregiudizio comune. I volti, però, sono sempre coperti da un fitto bendaggio, che mantiene l’anonimato di questi stravaganti ominidi che non fanno altro che difendere il loro diritto a giocare, fluttuare e sbeffeggiare ciò che ci circonda, senza vergogna alcuna. Il tutto attraverso una conturbante e intrigante follia, fatta soprattutto di felicità e ironia.

L’artista Gun Kawamura matura la sua visione, allarga le frontiere del movimento e ama farci sorridere o ridere delle umane debolezze. Nato in Giappone, l’artista ha studiato arte in Inghilterra. La sua ricerca è basata soprattutto sull’umorismo, la sensualità, il cinismo e la parodia. I suoi Nudisti timidi, infatti, parodizzano le velleità umane più comuni. Il cibo è una costante delle loro opere, perché è un punto fermo anche delle nostre vite. E associarlo alla nudità e a contesti così urbani, venati da un’aura di squallore, di iperrealismo, è sinonimo di un’ossimorica percezione della vita di tutti i giorni, fatta di appaganti piaceri che si scagliano su una realtà ben meno ammaliante, ma al contrario priva di ogni costrutto poetico, fatta esclusivamente di bisogni che vanno colmati alla meno peggio.

Fino al 14 aprile 2012
Galleria 291 Est, viale dello scalo di San Lorenzo 45, Roma
Info: Tel. 0644360056
www.galleria291est.com