Il nuovo corso del Macro

Rosso relativo, per non dire ossessivo, nella sala conferenze firmata Odile Decq del Macro di via Nizza, dove oggi si è tenuta la presentazione alla stampa della nuova stagione espositiva, la seconda per il direttore Bartolomeo Pietromarchi. Tante le novità, non solo artistiche, quanto piuttosto istituzionali. La prima è rosa. Ufficiale, dunque, il passaggio di consegne tra Massimo Micangeli, presidente uscente dell’associazione MacroAmici, e la neo presidentessa Beatrice Bordone, sposata in Bulgari, che alle sue spalle vanta trascorsi da costumista per importanti regie della cinematografia italiana, una per tutti quella di Tornatore, e una periodica serie di iniziative presso il Maxxi di via Guido Reni, promosse attraverso l’associazione da lei diretta Corto arte circuito. La seconda, attesissima, novità, riguarda la delibera di istituzione della fondazione Macro, che a detta dall’sssessore Dino Gasperini, intervenuto alla conferenza stampa: «sarà formalizzata proprio domani in consiglio comunale a margine dell’approvazione del bilancio».

Sulla dotazione finanziaria, l’assessore non si è pronunciato per scaramanzia, preferendo ribadire quanti vantaggi scaturiranno da tale modifica. Primo fra tutti, la possibilità per il museo di lavorare con partners diversi, nonché le ampliate possibilità di accesso, specie in relazione ai servizi, operazione che consentirà alla struttura di avere notevoli risparmi economici. Sempre a detta di Gasperini, vero fun del Macro, una nuova energia si è espansa negli spazi museali, dove sarà possibile fruire del ciclo espositivo attraverso quattro "step": guardare, imparare, conoscere e crescere. La terza novità è invece di carattere strutturale: si riaprono dopo lungo tempo i cancelli di via Reggio Emilia, ingresso storico del Macro; un’apertura vera, no stop per tutti gli orari di apertura delle mostre, agli abitanti del quartiere, ai curiosi, e a chiunque voglia fruire di una piazza salotto o di una terrazza inter-urbana, dove passeggiare, incontrarsi, leggere, bere un caffè. Finalmente una concezione museale più europea, anche per Roma, da sempre affetta dalla sindrome del vietato l’ingresso. Ancora sugli interventi strutturali, dove il nuovo direttore si è sbizzarrito, il frazionamento di alcuni "open space" di Odile, al fine di creare quattro nuove sale, e una quinta, a sorpresa, sospesa tra condoni e spostamenti di pareti. Il tempo per i cataloghi sembrerebbe non esserci stato, anche se si dice che sia stato per scelta. L’uscita sarà in concomitanza con Roma contemporary, in modo da poter meglio fotografare tutte le mostre.

Lo spazio museale, un po’ stravolto, un po’ ri-fondato è divenuto sempre più aperto in senso lato. Dialoghi con altre istituzioni museali, professionisti, fondazioni, nazionali ed internazionali, e naturalmente pubblico. Roma città aperta potrebbe essere lo slogan della futura fondazione, che in tutta evidenza sta puntando a divenire vero e proprio riferimento della cultura artistica capitolina. Le ultime novità, non possono non riguardare che le mostre nelle due sedi. Una primavera che vedrà l’alternarsi di numerosi eventi per la sezione MacroLive, il susseguirsi dei progetti per MacroLab, e le esposizioni di routine dell’area MacroExpo. La Lab news, propone la realizzazione di quattro studi, ricavati al secondo piano dell’ala storica del museo, assegnati come residenze ad artisti italiani e stranieri. I primi ospiti degli Studio in progress sono: Carola Bonfili, Graham Hudson, Luigi Presicce, Ishmael Randall-Week, ad oggi assorti in un gran casino pseudo-progettuale. La loro permanenza di 4 mesi nelle mura museali, sarà interrotta da momenti di visita da parte del pubblico, in cui, si spera, essi sapranno conquistarlo e colpirlo con qualcosa di valido che vada al di là di un’ospitata stile cento giorni.

A Testaccio, largo ai giovani ricercatori e agli studiosi presso il "Project archive", luogo dove attingere a documenti, dossier e dati. Quanto al programma espositivo, la sala Enel accoglie Sic transit gloria mundi, suggestiva monografica di Mircea Cantor, affiancata dal Blitz di Marcello Maloberti, mix di energia e dinamismo istallativo tra feroci bestie e fragili specchi. Infine, un percorso dedicato alla collezione Berlingeri, dove padre, figlia e marito, hanno firmato un accordo per lasciare al deposito del Museo alcune importantissime opere, tra cui un’istallazione di Mochetti, un Kosuth degli anni 70’, un Nauman e due Torres. Nella "project room" uno strepitoso omaggio per la scomparsa di Vettor Pisani, affiancato da un interessante video di Jankowski, il tutto affacciato sul grande totem dell’immondizia, istallazione che occupa verticalmente lo storico cortile, fatta da Pacale Tayou, artista che certamente poi si preoccuperà anche dello smaltimento della quintalata di coloratissimi sacchetti in pvc. I Padiglioni del Macro Testaccio, ospitano la prima grande mostra monografica di uno dei migliori artisti della scuola di san Lorenzo: Marco Tirelli in apertura il prossimo 29 marzo.

Macro, via Nizza 138, piazza Giustiniani 4, Roma,
Info: www.macro.roma.museum