«La leggibilità estrema del fotoromanzo è il frutto di un connubio perfettamente e sottilmente rodato tra immagine e testo che sottostà a regole ferree. Il dialogo ha da essere semplice, efficace, in relazione formale con la fotografia. Deve evocare la sonorità del parlato mantenendo la grammatica della lingua scritta. Una bella e complessa sfida.» Così commenta Silvana Turzio il principale oggetto d’interesse dell’ultimo progetto di Elisa Abela presentato alla S.t. foto libreria galleria di Roma nella mostra Un grosso affare.Fotoromanzi usati a cura di Paola Paleari.
I rotocalchi sono protagonisti di un lavoro che assume la forma del collage. Parole e testi da bidimensionali diventano spesso tridimensionali con varie stratificazioni e l’uso del nastro isolante. Un corpus di opere è ispirato al fotoromanzo che possiede una carica emotiva di relazioni e intrecci: il tutto di questo genere di pubblicazioni si distingue per la sua completezza, ma anche ogni singola parte ha un’identità autonoma e i due livelli si compenetrano e si raccontano nelle realizzazioni di Abela. Un altro corpus di opere presentato trae linfa vitale da giornali e libri del secolo scorso che vengono smembrati e ricomposti. Un grosso affare è l’opera da cui prende il nome la mostra: in essa centrale è un manifesto pubblicitario degli anni ’70 reinventato attraverso la pittura a olio, ritagli di riviste e nastro isolante. È poi esposto un ciclo di collage tratto da Il mio sistema per le donne dello scienziato danese J.P. Müller, un manuale di ginnastica femminile del 1913 di cui uscirono altre tre edizioni: l’artista le compara in un’opera completa e affascinante.
Protagonista del libro-collage Anche io ho commesso un errore, incentrato su una pubblicità dei tempi di Carosello, Mike Bongiorno, che all’inizio della sua carriera fu anche attore di fotoromanzi. La sessualità con gelosie e amori è esplorata nel lavoro Una sera che non dimenticherò tratto da un rotocalco storico. Così Paola Paleari conclude il suo intervento critico sull’artista:«Ammantando d’ironia la commistione tra reale e fantastico, soggettivo e universale, Elisa Abela ci introduce in un fitto labirinto di richiami, contrasti, aneddoti, allusioni; ma il disorientamento è solo nostro, perché, nel continuo captare e cooptare gli stimoli esterni a proprio uso e piacere, l’artista procede demiurgicamente, assegnando la funzione ideale e il giusto peso ad ogni elemento. Noi interveniamo nella fase finale di questa regia, quando la storia è stata plasmata e i ruoli sono già definiti; ma basta darsi il tempo di fantasticare un po’ perché le sagome di Elisa si trasformino anche per noi in figure familiari.»
Fino 31 marzo
S.t. foto libreria galleria via degli ombrellari 25, Roma.
Info: 0664760105
www.stsenzatitolo.it