“L’arte è un vecchio giocattolo, ingombrante spazzatura da museo. Noi costruiamo in solitudine, il battito della moltitudine. Noi costruiamo sculture di suono, pitture immateriali, minimalismi monumentali, concettualismi portatili. Visionari disintossicanti artistici, che si possono portare ovunque, in un piccolo involucro musicale, per stimolare il cervello. Noi siamo ingegneri (di musica) elettronici. Costruttivisti romantici. Noi siamo designer (di musica) elettronici. Ossimorici Retrofuturisti”. Così recitano le parole della colonna sonora Electronic (music) Engineering del video “Retrophuture” presentato all’interno dell’omonimo progetto musicale/mediale di Fabrizio Passarella in mostra alla The gallery apart di Roma. Il lavoro è realizzato come un videoclip “synthpop” che riorganizza film storici trovati in rete come documentari sui Pimpf hitleriani e sulle Guardie rosse maoiste, o spezzoni i cui protagonisti sono Rodolfo Valentino e Carmen Miranda e ballerini di tango. Si vede anche parte di un video sul Monumento alla terza internazionale di Tatlin o la Lichtskhatedrale dal Triumph des Willens di Leni Riefenstahl. Entrano in gioco poi cori e danze dell’Armata rossa o documenti sulle utopie urbanistiche della Russia stalinista e della Berlino di Speer. Michel Rennie, attore di “The day the earth stood still” (Ultimatum alla terra) del 1951, è il personaggio principale che porta l’atmosfera del video in un contesto retrofuturistico attraverso il suo essere “manipolatore di energia” – dalle parole dell’artista stesso. L’animazione primordiale – secondo la definizione di Passarella – alla base del lavoro, si concentra sul suono elettronico che richiama l’espressione robotica degli anni ’80. L’intero progetto nasce da 24 brani musicali collegati a 24 poesie e 24 immagini, esposte in parte in galleria montate in alluminio e stampate in bianco e nero. Fabrizio Passarella è nato nel 1953 in provincia di Rovigo e vive e lavora a Castenaso, vicino Bologna. Ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e all’estero.
Fino al 7 aprile.
The gallery apart, via di Monserrato 40, Roma.
Info: www.thegalleryapart.it