Gayle Chong Kwan espone alla Uno+Uno il suo nuovo progetto dal titolo "The obsidian isle", un percorso che attraverso un reportage fotografico, accompagnato da opere scultoree mostra ai visitatori un’isola che non c’è, nel senso che è del tutto immaginata. Si scorge un paese deserto abitato solo da edifici in rovina.
L’artista invita a ricordare i danni della seconda guerra mondiale con la distruzione che porta con sé e nello stesso tempo fa riflettere sulle costruzioni che cadono e su quelle che si conservano. "The obsidian isle" s’ispira a un’antica opera letteraria. L’autore è Ossian, poeta cieco del III secolo, scoperto da James Macpherson nel XVIII secolo; si dice che questo scrittore sia stato colui che ha dato i natali a un ciclo di poemi epici (I canti di Ossian). Molto controversa è la sua storia tanto che nacque un comitato per indagare l’attendibilità delle asserzioni di Macpherson.
Le dieci fotografie di grande formato che appaiono in mostra sono state realizzate con l’ausilio d’immagini trovate, materiale tridimensionale e di fotografie scattate dall’artista stesso. Gayle Chong Kwan ha esposto nel Regno Unito e anche all’estero, divenendo noto a livello internazionale. Si ricorda la partecipazione alla 54esima Biennale di Venezia nel 2011 e alla decima Biennale dell’Avana, Cuba nel 2009. "The obsidian isle" è stato presentato anche alla 54esima Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia, nel 2011.
Fino al 24 marzo
Uno+Uno,
Via Ausonio 18, Milano
Info: 028375436; www.galleriaunopiuuno.com