Una mostra nata per rendere omaggio a uno delle personalità più originali del Novecento: Jiří Kolář, grande poeta figurativo di fama mondiale, scomparso nel 2002. Maab studio d’arte, presenta un’accurata selezione delle opere più rappresentative del percorso creativo dell’artista tra cui uno storico "chiasmage" ed i celebri e raffinati "papillon" o gli oggetti "rollages". Durante il suo lungo iter creativo, Kolář dà vita a 108 tecniche, tutte catalogate nel Dizionario dei metodi, nel quale la costruzione per immagini diventa puro viaggio poetico, in una grande operazione attraverso la desemantizzazione e risemantizzazione dei materiali, che coincidono con le parole e le immagini della letteratura e dell’arte. Questo lavoro consiste nel raccogliere frammenti di immagini e testi, strappati o tagliati al fine di creare un nuovo alfabeto con cui ridefinire il mondo. Tra tutte, la tecnica del "chiasmage" è forse la più nota e consiste in un complesso collage composto da moltissimi frammenti di testi in caratteri latini, ebraici, arabi, ideogrammi cinesi, tratti da testi religiosi o profani in forme geometriche e non, ridotti prima a brandelli e quindi ricomposti seguendo una trama del tutto personale.
«Mi hanno insegnato – affermava l’artista – a osservare me e il mondo da mille e un angolo visuale; mi hanno costretto a fare i conti con mille e una esperienza, con mille e uno destini. Elevando a un livello assoluto il principio del labirinto, mi hanno presentato la storia dell’arte su un vassoio d’argento: potevo prenderne un po’ quando volevo senza esserne sazio». Jiří Kolář nasce a Protivín nella Boemia del Sud nel 1914 da padre panettiere e madre lavandaia; muore a Praga nel 2002. Fu tra i principali esponenti dell’associazione ceca d’avanguardia gruppo 42. Fin da adolescente è attratto dalla carta stampata; desidera diventare tipografo, ma è costretto a fare il cameriere poi l’operaio e infine il badilante.
Il suo apprendistato è svolto in casa, dove una zia che trascriveva in continuazione poesie, offre al giovane una sorta di antologia casalinga, avvicinandolo a un universo di parole che ben presto riuscirà a unire ad altrettante immagini. Sostenitore di un’estetica del seriale quotidiano, realizza i primi collages già alla fine degli anni Trenta; nel 1937 la sua prima esposizione personale al Teatro d37, Mozarteum di Praga. Dagli anni ’40 Jiří Kolář diventa uno dei protagonisti della poesia visiva, legando la sua arte alle infinite possibilità del collage, mediante il superamento della bidimensionalità come valore tradizionale della pittura. Negli anni Sessanta inizia a operare nell’ambito della poesia concreta, ibridando componimenti poetici con segni non verbali. Moltissime esposizioni, dalla Biennale di San Paolo del Brasile al Musée d’art moderne de la ville de Paris.
Fino al 31 marzo
Maab studio d’arte, via riviera san Benedetto 15, Padova