Mario Sasso, artista di fama internazionale, nasce nel 1934 a Staffolo in provincia di Ancona. Trasferitosi a Roma nel 1958 inizia la sua avventura pittorica con quadri informali e la sua carriera all’interno della Rai, Radio televisione italiana. Dagli anni ’80 si cimenta con la pittura digitale su base video: nel 1980 espone il suo film – ambiente Il risveglio dell’arte dalla morte alla libreria Il ferro di Cavallo di Roma. Realizza le prime sigle tridimensionali di telegiornali, per il Tg2 nel 1984 e per il Tg3 nel 1986, accompagnato dalla musica di Brian Eno. Nel 1990 vince la Nica d’aro al festival d’Arte elettronica di Linz con il video "Footprint” con le musiche di Nicola Sani. Questo periodo segna l’interesse per le videoinstallazioni, ad esempio l’omaggio a Dziga Vertov. Vince il premio Guggenheim con l’opera la Torre delle trilogie costituita da sessanta monitor, alta sette metri, in cui si cimenta con il montaggio verticale, le musiche sono sempre di Nicola Sani e la realizzazione è richiesta dall’azienda iGuzzini. Quest’ultimo lavoro è stato esposto al museo della Scienza e della tecnica di Milano, alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, al Padiglione italiano di Hannover 2000. Partecipa a due Quadriennali di Roma. È del 2003 l’antologica al premio Salvi di Sassoferrato con installazioni anche a Fabriano e Jesi. Massimo Riposati cura nel 2008 la sua personale alla gallpH7 e sempre del 2008 si svolge l’antologica di Sasso al Museo d’arte contemporanea di Mosca a cura di Annalisa Filonzi. La Biennale di Carrara lo vede partecipare nel 2010 con una videoinstallazione. Nel 2011 espone nel Padiglione italiano della Biennale di Venezia sempre una installazione video. Infine il presidente della Repubblica gli conferisce nel 2011 l’Ordine di cavaliere per meriti di lavoro. Durante tutto l’arco della sua carriera è interessato a esplorare il contesto cittadino, un tema ricorrente nelle sue opere, così come succede nel video Frammenti morali di contemporaneità che verrà presentato alla Mara Coccia arte contemporanea di Roma nella seconda fase della mostra Còllant a cura di Annalisa Filonzi. Questo lavoro Dal Pantheon a Montecitorio consiste in una camminata per le strade di Roma che parte dal Pantheon e si conclude a Montecitorio. Perché la città? Perché è un luogo di comunicazione per eccellenza. In esso si manifesta la globalizzazione in maniera evidente e si possono contemplare flussi migratori e scambi di culture. Nelle metropoli ci sono stratificazioni storiche, frammentazioni, esse sono concentrati di diversi popoli: da qui scaturisce l’interesse per l’immagine dello stradario fulcro delle indicazioni per comprendere e far proprio il succo dei luoghi. La città è anche manifestazione dei centri di potere, proprio per questo il percorso che l’artista svolge nel video si conclude a Montecitorio, elemento simbolico. Il controllo morale dovrebbe essere affidato al potere che viene rappresentato dai palazzi governativi : la moralità dovrebbe essere difesa, cosa che spesso non accade. Le riprese sono realizzate all’alba perché simboleggiano la nascita di un nuovo giorno e la nascita di speranze per il futuro. La telecamera riprende il cielo in maniera sostanziale perché esso fa parte del panorama cittadino in maniera rilevante. Le musiche che accompagnano l’opera sono di Nicola Sani.
Dal 5 al 31 marzo
Mara Coccia arte contemporanea
via del Vantaggio 46/a, Roma.
Info: www.maracoccia.com