I presagi di Pedrosa

Nato a Cedro, in Brasile, sessantadue anni fa, al centro della sua prima personale nel 1967 (al museo di arte contemporanea di Olinda), Bruno Pedrosa è protagonista della mostra itinerante Presagi che, dopo Fortaleza, fa tappa al Lucca center of contemporary art.

Curata da Maurizio Vanni allo spazio di via della Fratta, la rassegna arriva nella città toscana per fare da ponte ideale tra Brasile e Italia. In esposizione quaranta opere – dai dipinti a olio ai disegni, dalle sculture alle tempere – che offrono al pubblico un’idea di fluttuazione tra passato e futuro, illusione e realtà, finito e infinito. I lavori di Pedrosa, infatti, traggono origine dall’intimo per esplodere in una sintesi di linee e intrighi colorati. È quanto avviene nei suoi dipinti a olio, mentre nelle opere su carta le linee rette tendono a sovrapporsi delineando un tessuto a trama stretta. Al centro di numerose personali internazionali (dal natio Brasile gli Stati Uniti fino all’Europa: Italia, Olanda, Germania, Spagna e Portogallo), Pedrosa (che dal 1990 vive a Bassano del Grappa) dà origine a una serie di intriganti dedali, riti di passaggio ai quale è difficile sottrarsi.

In merito al titolo della mostra, Vanni sostiene che l’artista «attraverso le sue composizioni, è come se si prendesse gioco del destino mescolando segni dal sapore antico con intuizioni cromatiche che, in certi casi, non possono ancora esistere in natura». Visitabile fino al 18 marzo, la rassegna approderà al Museu do Ingá di Rio de Janeiro.

Info: www.luccamuseum.com