Nell’antico edificio gotico, palazzo Fortuny, è allestita la mostra Avere una bella cera. Le figure in cera a Venezia e in Italia. La Serenissima ospita la prima esposizione mai realizzata al mondo sul tema del ritratto in cera, decisa ad analizzare un campo poco indagato della storia dell’arte: quello delle figure in cera a grandezza naturale, soggetto senza confini che affascina ancora oggi e suscita interesse a numerosi artisti contemporanei, ma al quale non è mai stata dedicata un’esposizione tematica.
Con il sostegno di "Pandora old masters" New York e il contributo di Etro per il restauro degli abiti, il progetto si sviluppa grazie all’esistenza di una serie di ritratti in cera a grandezza naturale nelle collezioni pubbliche e negli edifici di culto veneziani e al centenario di "geschichte der porträtbildnerei in wachs", storia del ritratto in cera. Un saggio dedicato a questo tema dal celebre storico dell’arte viennese Julius von Schlosser, del quale è stata pubblicata di recente un’edizione italiana seguita dallo stesso curatore della mostra, Andrea Daninos. Il percorso espositivo si sviluppa lungo tematiche divise anche se con lo stesso comune denominatore, iniziando dal calco e della maschera funebre di dogi veneziani del XVIII secolo, testimonianza unica dell’uso originale dell’opera in cera nelle cerimonie funebri del tempo. Il calco del defunto sostituiva il corpo nella bara e la sua immagine dimostrava la continuità del potere garantendo un effetto veritiero e molto suggestivo sul pubblico.
La mostra ci regala anche la sola testimonianza visiva delle figure votive a grandezza naturale del Libro dei miracoli di Vincenzo Panicale, manoscritto degli inizi del XVII secolo. In una serie di acquerelli vengono documentati i volti posti un tempo nel santuario di santa Maria della Quercia a Viterbo, una sorta di catalogo delle cere esistenti che permetteva, in caso di danneggiamento o rottura delle statue in cera, di poterle riprodurre fedelmente. L’esposizione si sviluppa, in seguito, con l’esibizione di volti di santi e di criminali, due temi ricorrenti nella tradizione ceroplastica. I primi rappresentati da dodici busti di francescani con occhi di vetro e capelli veri, databili al XVIII secolo. A questi è contrapposta una serie di ritratti di delinquenti realizzati alla fine dell’Ottocento dall’allievo di Cesare Lombroso, Lorenzo Tenchini. La storia vola nel passato più lontano con tre opere che rappresentano il primo e unico esempio italiano di ritratti antropologici, raffiguranti un caucasico, un etiopico e un beduino del maestro modenese Remigio Lei, realizzati nella seconda metà del XIX secolo per la collezione etnoantropologica del locale museo anatomico.
La sezione centrale è dedicata al vero e proprio ritratto di personaggi in cera in Italia, è introdotta da due figure a grandezza naturale di bambini veneziani del Settecento in abiti d’epoca, ed infine la mostra si chiude con alcune opere che anticiparono il celebre museo di Madame Tussaud. Un misterioso nobile austriaco di Joseph Müller-Deym, un ritratto di Maria Carolina di Borbone e opere realizzate per la corte Sabauda dal piemontese Francesco Orso, i busti di Vittoria di Savoia Soisson, di Vittorio Amedeo III di Savoia e di Maria Antonia Ferdinanda di Borbone.
Dal 10 marzo al 26 giugno 2012
Palazzo Fortuny
San Marco 3958, Venezia
Info: www.museiciviciveneziani.it