Lo spettacolo di Tintoretto

È dedicata all’ultimo grande pittore del Rinascimento, la nuova esposizione ospitata alle Scuderie del Quirinale. Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (1519-1594) perché figlio di un tintore di tessuti, invade con le sue imponenti opere le sale, vestite di rosso, dello spazio espositivo, in un allestimento sobrio ed elegante. Ideale per accogliere la maestria del pittore, rivale di Tiziano, famoso per la furia creativa e il carattere non certo docile. «Un regista e uno scenografo»: così lo presenta Vittorio Sgarbi, curatore della mostra. Un precursore di molti stili, dal romanticismo al futurismo, e anticipatore del Barocco. Tintoretto interroga l’immagine e crea al suo interno movimento, costruisce storie e già volge la sua attenzione al realismo. Vasari non è stato tenero con lui, pur ammettendo alcuni meriti. Per Roberto Longhi era un artista “di natura geniale, grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di luci ed ombre vibranti… Uno spettacolo continuo”.

Invenzione, genio e maestria in una mostra che porta a Roma capolavori indiscussi. La mostra si concentra sui tre temi principali della pittura di Tintoretto: quello religioso, quello mitologico e la ritrattistica. L’esposizione si apre e conclude presentando i due autoritratti, il giovanile del Victoria & Albert museum di Londra e il senile del Louvre di Parigi. In mostra anche lo spettacolare Miracolo dello schiavo dipinto nel 1548 per la Scuola grande di San Marco, opera che lo imporrà prepotentemente come uno dei protagonisti della scena veneziana, per concludersi con la Deposizione al sepolcro (1594), del monastero di San Giorgio Maggiore, forse l’ultima in cui è possibile riconoscere la mano del maestro. Nel percorso espositivo, inoltre, opere celebrate e famose: da quella che viene considerata una delle sue prime riconosciute, Gesù tra i dottori (1542), concessa dal Museo diocesano del Duomo di Milano, a celebri capolavori come la Madonna dei Tesorieri e il Trafugamento del corpo di San Marco, ambedue dalle Gallerie dell’Accademia, la Santa Maria Egiziaca e la Santa Maria Maddalena, della Scuola Grande di San Rocco, oltre un inedito confronto tra l’Ultima Cena della veneziana chiesa di San Trovaso e quella, di cinque anni più tarda, della chiesa di San Polo, a celebrare uno dei temi prediletti dalle Scuole del Sacramento.

Accanto ai grandi teleri di impatto drammatico e dalla stesura fulminea e densa di tensione, le opere di soggetto storico o mitologico, di grande intensità emotiva come, per esempio, due dei 14 ottagoni, raffiguranti Apollo e Dafne e Deucalione e Pirra, ora nella Galleria estense di Modena, realizzati nel 1541 per il soffitto di Casa Pisani o la splendida Susanna fra i vecchioni dal Kunsthistorisches di Vienna. Ad arricchire la mostra i testi in sala di Melania Mazzucco, la scrittrice che ha dedicato a Tintoretto e allo studio del suo ambiente numerosi romanzi.

Fino al 10 giugno
Scuderie del Quirinale, via XXIV maggio 16, Roma
Info: 0639967500
www.scuderiequirinale.it