Viaggio al termine della notte

Si conclude il 26 febbraio la tournée teatrale che ha visto Elio Germano – accompagnato al violoncello da Martina Bertoni – portare in scena il progetto di Teo Theardo sul testo di Céline Viaggio al termine della notte. Una fusione sulla scena tra l’interpretazione di Germano e le musiche eseguite da vivo di Teardo in cui la voce esce dalla sua dimensione tradizionale e si fa suono.

Come nasce il sodalizio con Elio Germano?

«Ci siamo incontrati nel bellissimo film di Daniele Vicari, Il Passato è una terra straniera e abbiamo anche collaborato alla canzone Stanotte cosa succederà che chiudeva il film. C’è stata subito un’intesa e nell’immediatezza di quell’incontro anche la voglia di continuare a collaborare indipendentemente dagli impegni dagli agenti, manager, produzioni. Abbiamo un comune sentire per certi aspetti della musica e ci piace lavorare assieme».

Perché Céline?
«Nel "Voyage au bout de la nuit", scritto circa ottan’anni fa, ci sono tempi talmente attuali che pare tutto ritorni, come se quegli anni bui si potessero riproporre ora. Ed è quanto sta accadendo. Più che una fascinazione direi un timore, una sorta di inquietudine che mi spaventa e che forse esorcizziamo nello spettacolo».

In che modo hai lavorato al rapporto tra immagini e parole in Viaggio al termine della notte?

«In modo cinematografico, pensando la musica sul testo, come quando al cinema scrivo leggendo la sceneggiatura. Mi piace pensare al mondo per immagini, ma preferisco reinventarlo partendo dalle parole, dal testo, è lì che trovo il suono».

Parte dei tuoi lavori nascono come commento sonoro alle immagini, ma – come testimoniato anche dalla tua recente raccolta – hanno una vita propria al di là della pellicola: ci parli del tuo modo di comporre?
«Non commento le immagini, i film, se sono belli, non hanno bisogno di una badate che li accompagni. Cerco piuttosto un parallelo drammaturgico che possa proporre nuovi equilibri ta quanto vediamo e quanto ascoltiamo».

Fino al 26 febbraio
Teatro Palladium
piazza Bartolomeo Romano 8, Roma