L’edizione 2011 di Ram, ricerche artistiche metropolitane di Padova, si chiude con una mostra dedicata a Jacques Villeglé, Lettere e frammenti. La mostra a cura di Dominique Stella e Carlo Silvestrin è una retrospettiva di circa 150 opere dai "décollages d’affiches" dagli anni Sessanta agli ultimi manifesti strappati nel Duemila. Inoltre, in occasione dell’esposizione, l’artista ha realizzato in esclusiva un’opera grafica dedicata alla città di Padova.
Jacques Mahé de la Villeglé vive e lavora a Parigi. Di origine bretone, è nato nel 1926 a Quimper, Francia. Consacrato da una retrospettiva al Centre Pompidou nel 2008, l’artista fa ormai parte della storia dell’arte appartenente al movimento del "nouveau réalisme", fondato da Pierre Restany con Arman, César, Dufrêne, Hains, Klein, Rotella, Spoerri e Tinguely. Le sue opere sono esposte nelle più importanti collezioni del mondo, è l’unico artista francese vivente ad essere presentato nelle sale del Moma.
«Abbiamo scelto di chiudere l’edizione 2011 di Ram dice l’assessore alla Cultura Andrea Colasio – con un artista di fama internazionale, che proprio nella ricerca dei linguaggi urbani a lui contemporanei ha posto il fulcro della sua attività artistica, elaborando in modo creativo e originale un alfabeto di lettere e segni di estrema modernità». La sua opera si sviluppa seguendo percorsi singolari che troviamo in linguaggi politici, sociali ed estetici. Si ritrovano al livello strutturale del processo di scomposizione. Basta paragonare i "décollages" romani di Rotella con quelli parigini di Villeglé per rendersi conto che la visione personale dell’artista affronta temi comuni di chiaro impatto culturale.
«Sui muri di un corridoio della metropolitana – racconta Villeglè – ho visto le tre frecce dell’ex partito socialista, la croce gaulliana, la svastica nazista, la croce celtica inscritta nella O dei movimenti Jeune Nation, Ordre nouveau, Occident, poi di nuovo le tre frecce dinamiche, timoniere e pavloviane di Tchakhotine, indicanti, senza altro commento, il nome del presidente americano». La lettera occupa un posto importante nell’opera di Jacques Villeglé, un forte mezzo comunicativo che spesso viene ostacolato dalla visone superata dell’oggetto asettico. Mescolata con i giochi cromatici, rappresenta un simbolico segno distintivo di un’arte intima ma fortemente comunicativa. «La passione per Villeglè – dice il collezionista Roberto Pellizzari che ha fornito un’opera per la mostra – è nata legata ad un interesse personale per il nuovo realismo, la pop art europea. Il gallerista Roberto Agnellini mi ha fatto conoscere lo stile dell’artista con appunto l’opera, Hôtel Lamoignon del 1962, e me ne sono subito innamorato».
Fino all’11 marzo
Centro Culturale Altinate
San Gaetano di Padova
Info: www.padovanet.it