C’è tempo fino al 28 febbraio per vedere la grande mostra sulle incisioni di Albrecht Dürer (1471-1528) al Broletto di Novara, l’antico palazzo a due passi dal Duomo, riaperto al pubblico dopo i restauri in occasione dell’unità d’Italia. La mostra, curata da Paolo Bellini e accompagnata da un catalogo Interlinea, riunisce cento silografie dell’artista tedesco, un’acquaforte e 73 opere incise a bulino: tutte opere appartenute alla collezione creata nel Settecento da Venanzio De Pagave e donata alla città di Novara da suo figlio Gaudenzio nel 1833.
L’immagine simbolo della retrospettiva è la celebre Malinconia di Dürer scelta, nelle parole dell’assessore comunale alla Cultura, Paola Turchelli, perché «compendia in modo suggestivo e misterioso un intelletto e un animo umano sensibile alla bellezza, che lo stesso artista confessava di non saper definire: “Che cosa sia la bellezza io non lo so. Non so se esiste una che sia tale da non essere suscettibile di ulteriori perfezionamenti. Solo Dio ha questa sapienza e quegli cui Lui lo rivelasse”. Dürer ebbe senz’altro tale rivelazione, che oggi illumina la prima importante mostra con cui il comune di Novara, nel rinnovato palazzo del Broletto, accanto alla rinata galleria d’arte moderna Giannoni, intende inaugurare un periodo nuovo nel segno dell’arte e in particolare della grafica, in una città che ha visto nascere designer, architetti e case editrici».
Oltre alla Malinconia, tra le altre incisioni singole si possono ammirare il San Giorgio a cavallo, La danza del contadino e la moglie e Il mostro marino. C’è poi la serie completa della Grande Passione (11 stampe), la Piccola passione a bulino (16 stampe) e su legno (36 stampe). Il prezioso catalogo ordina il ricco corpus di incisioni e, per la prima volta, pubblica tutta la collezione novarese, «la più rilevante dopo quella degli Uffizi», a detta del curatore Bellini.
Fino al 28 febbraio.
Arengo del Broletto di Novara
Info: www.comune.novara.it