Le sperimentazioni di Biasi

In mostra alla fondazione Zappettini si svela un maestro dell’astrazione italiana, Alberto Biasi (Padova, 1937). Durante l’esposizione lui dedicata si attraversano le fasi più significative del suo percorso artistico: esordendo con le “torsioni” fino a giungere ai “rilievi ottico percettivi” e agli “assemblaggi” si compone un quadro completo della sua attività.

La mostra, curata Alberto Rigoni, si compone di dieci opere che sono state accuratamente selezionate per mettere in luce l’arte di Biasi, sperimentatore e innovatore. «Biasi ha attraversato da protagonista gli ultimi cinquant’anni della storia dell’arte italiana – racconta Riccardo Zelatore, direttore della fondazione – membro attivo di alcuni dei più interessanti gruppi del secondo Novecento, dal Gruppo N alla Nuova tendenza all’Arte programmata, il suo lavoro si dipana su un duplice binario di coerenza e sperimentazione e ne ha reso la firma riconoscibile e originale».

Alberto Biasi ha studiato all’Istituto di architettura e "industrial design" di Venezia. Proprio durante questo periodo si è soffermato sui movimenti artistici del ‘900, quali il Neoplasticismo, il Futurismo e Dadaismo, mettendo le basi così per la sua ricerca plastica giovanile. Nel 1959 costituisce il gruppo N in collaborazione con altri artisti italiani. Nascono in tal modo le sue prime esperienze ottico-dinamiche. Nel 1961 diventa uno dei promotori del movimento europeo Nuove tendenze, e nel ’62 si situa tra i fondatori di Arte programmata. Quando si scioglie il gruppo N, l’artista inizia a lavorare singolarmente sulle forme, sulle spazialità cangianti e sui movimenti armonici dando il la a opere denominate “politipo". Negli anni ’70 accomuna elementi lamellari in torsione e parti in movimento. Il 2000 è l’anno degli Assemblaggi.

Fino al 16 marzo
fondazione Zappettini
via Nerino 3, Milano
Info: 0289281179; www.fondazionezappettini.org