Un finale di partita in cui il bianco, in poche mosse, darà scacco matto al nero. Un finale di partita interrotto da una misteriosa apparizione, di cui ci è concesso vedere solo l’ombra. Questi e molti altri sono gli elementi simbolici e misteriosi della grande tela di Riccardo Tommasi Ferroni, Una partita a scacchi, opera che fa da fulcro alla mostra Partita a scacchi col mistero, Riccardo Tommasi Ferroni con Elena e Giovanni Tommasi Ferroni e Maya Kokocinski, visitabile alla galleria nel giardino della Fornarina di Roma dal 16 gennaio fino al 19 febbraio. L’esposizione chiude la trilogia iniziata con Rissa d’autore di Carlo Quattrucci e Garibaldi a via Garibaldi di Alessandro Kokocinski, inserite nell’ambito del progetto Lungara-Garibaldi, artisti all’incrocio del tempo, promosso dall’associazione culturale La coda dell’occhio e dedicato ai tre amici pittori che lavoravano a trastevere in un’ideale comunità artistica.
Una partita a scacchi rappresenta in maniera esaustiva l’universo pittorico e il mondo interiore di Tommasi Ferroni, in cui il gusto per la figurazione classica si fonde con il senso del sacro e con la fascinazione per il simbolismo e il mistero. I richiami caravaggeschi e bergmaniani dell’opera si intrecciano con il mondo personale dell’autore: protagonisti della scena sono i giocatori e l’uomo posto tra di loro, i cui volti hanno le fattezze di persone molto vicine al pittore e presenti nella sua vita. Il tema della tela è un chiaro riferimento alla celebre pellicola di Ingmar Bergman, Il settimo sigillo, mentre la luce e la composizione sono d’ispirazione caravaggesca e citano liberamente opere del maestro milanese quali la Vocazione di Matteo o il teschio del San Gerolamo. Il simbolismo è ancora più evidente nella soluzione narrativa della scena presentata, in cui il nero, che rappresenta la morte, non può far altro che perdere perché la partita è già vinta dal bianco, il colore della vita.
La mostra presenta anche opere di Elena e Giovanni Tommasi Ferroni, figli del pittore, e di Maya Kokocinski, figlia di Alessandro Kokocinski e moglie di Giovanni Tommasi Ferroni, artisti noti e affermati che ancora oggi lavorano nello studio di via dei Riari, in una sorprendente continuità di arte e luoghi. Elena Tommasi Ferroni presenta l’opera Carosello, del 2009; Giovanni Tommasi Ferroni espone invece Sagitteros, del 2009, mentre Maya Kokocinski propone Trio in un movimento, del 2003.
Fino al 19 febbraio
da Romolo nel giardino della Fornarina
via di Porta settimiana 8, Roma
Info: www.lacodadellocchio.com