Il Muspac, Museo sperimentale d’arte contemporanea, si trova nella periferia occidentale dell’Aquila, vicino all’ospedale regionale San Salvatore, triste simbolo della devastazione del terremoto. Nelle immediate vicinanze, un complesso scolastico di Musp (moduli a uso scolastico provvisorio) ospita gli allievi delle scuole che avevano sede nel centro cittadino, rese inagibili dal sisma, dando colore e vita a una zona poco urbanizzata della città. Nato come organo strumentale dell’associazione culturale Quarto di Santa Giusta (fondata nel 1984), il museo è per L’Aquila il contatto con la realtà artistica contemporanea.
Con i suoi quasi vent’anni di attività dedicati alla promozione della cultura, intesa come contenitore di eterogeneità, ha coinvolto la comunità cittadina, e non solo, in diverse occasioni. Gli incontri, le mostre e le conferenze si svolgevano all’interno della sede storica del museo, in via Paganica, cioè nel cuore medievale della città, ed é proprio in queste occasioni che metteva in atto la sua politica di condivisione del sapere. Alcune mostre, allestite sotto l’attento sguardo del direttore Enrico Sconci, sono state capaci di richiamare in città numerosi visitatori. Tra le altre, le personali su Joseph Beuys, Sylvano Bussotti e Carmelo Bene e le collettive con alto valore tematico come Ad usum fabricae e Annuale 2000, lo scandalo dello spirito, dedicata a Celestino V, con opere di Joseph Kosuth, Luca Maria Patella e Fabio Mauri. Il terremoto del 6 aprile 2009 ha reso inagibili i locali che ospitavano il Muspac, danneggiando la collezione permanente, formata anche da opere di artisti di fama internazionale, la banca dati e la multimediateca. Per oltre due anni dall’evento calamitoso, il museo non ha potuto esercitare le sue funzioni, ma il 6 novembre 2011 la chiave del museo, che troviamo raffigurata nel logo, ha riaperto simbolicamente le porte del nuovo Muspac.
«Con spirito nuovo continueremo ad aprire, con la simbolica chiave, la porta del museo a tutti coloro che vorranno stabilire un dialogo proficuo con noi», afferma il direttore Sconci che crede fermamente nella rinascita culturale della città. Il Muspac è il primo museo riaperto a L’Aquila e ciò conferisce un valore aggiunto a questo spazio carico di speranze e sogni non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per i cittadini aquilani. Lo scopo dello spazio espositivo non è solo quello di dare continuità ai numerosi anni di attività violentemente interrotti quella tragica notte, ma, ripartendo proprio da questa cesura, vuole rinnovarsi e crescere insieme alla città mutata nelle sue più radicate condizioni di esistenza. «Continueremo a organizzare eventi d’arte, conferenze, laboratori didattici, lezioni di storia dell’arte, cicli di proiezioni di film, documentari e video d’arte, coinvolgendo le associazioni e le istituzioni pubbliche e private perché solo attraverso l’impegno culturale si può auspicare una ricostruzione sociale della città», spiega il direttore.
Il Muspac è stato parte realizzato grazie alle donazioni di Terna, della fondazione Carispaq, del museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, del comune dell’Aquila (che ha concesso il terreno) e della Protezione civile (che ha fornito la piattaforma). Tutti insieme hanno dato fiducia a Sconci e alla sua comprovata esperienza ultradecennale nella direzione del museo, fornendo risorse economiche e materiali con cui è stato possibile provvedere alla costruzione della nuova sede che si trova in piazza d’Arti, polo delle associazioni culturali e di quelle impegnate nel sociale creato ex novo dopo il sisma. Il Muspac, con i suoi circa 350 mq, suddivisi su due livelli, ospita non solo opere di artisti contemporanei, ma anche una corposa biblioteca con libri e cataloghi d’arte donati dalla fondazione Torino Musei, dalla Ltbf onlus di Irene Pivetti e da gallerie, musei e singoli artisti. Dopo aver provveduto alla catalogazione dei volumi e del materiale video, il prossimo obiettivo del museo è di mettere in rete, attraverso il Sistema bibliotecario nazionale, il catalogo del materiale posseduto. Ci sarà la possibilità di consultare in loco i testi o di richiederli in prestito, ed effettuare ricerche “on line” tramite la wi-fi area. Una grande opportunità per giovani studiosi e ricercatori che finalmente avranno in città uno spazio specialistico dedicato alla contemporaneità. Il Muspac dell’Aquila ha inaugurato con la mostra Le scosse dell’arte per riabitare e guarire, che presenta i lavori di numerosi giovani artisti che hanno già risonanza nel panorama internazionale. È lo stesso direttore a spiegare il significato di questa scelta e le finalità del nuovo spazio.
Sconci, che rapporto c’è tra l’arte contemporanea e i giovani e che significato ha l’arte per una città come L’Aquila che sta tentando di rinascere dalle sue macerie?
«Beh, l’arte contemporanea è fatta dai giovani e noi vogliamo dedicare a loro tutta la nostra programmazione. Dalle donazioni di opere che sono state fatte per la ricostituzione della collezione permanente del museo, si cercherà di creare un dialogo proficuo con ogni artista, in modo da realizzare, se ne avremo la possibilità, progetti “site specific” da svolgersi non solo nella sede fisica del museo ma anche negli spazi liberi della città. Per far questo, chiaramente, bisogna anche avere un collegamento col passato e con la storia della città».
Da aquilano e direttore del museo, che valore ha oggi il Muspac per la città?
«Fondamentale direi. Il Muspac è il primo e l’unico e museo riaperto dopo il terremoto. Ora che non si hanno più punti di riferimento e i cittadini vagano da un centro commerciale all’altro, lo spazio espositivo può diventare, e lo sarà, un vero polo di aggregazione, un luogo in cui incontrarsi per discutere di arte e di cultura, uno spazio per gli studenti che vorranno consultare la nostra multimediateca per fare ricerche, o semplicemente per leggere un libro nella sala lettura che proprio in questi giorni stiamo sistemando. Gli studenti sono una risorsa fondamentale per la città ma a loro non vengono offerti abbastanza servizi. Ci rendiamo conto che non è facile portare la gente in piazza d’Arti, soprattutto adesso che è ancora “under construction”. Nonostante ciò abbiamo avuto un buon riscontro di pubblico e numerosi pareri positivi durante l’inaugurazione dello scrorso 6 novembre».
La sperimentazione è la chiave di volta della vostra attività, qual è la proiezione nel futuro per il Muspac?
«La sperimentazione è fondamentale perché ci consente di attraversare vari territori culturali. È, infatti, nostra intenzione accompagnare all’arte anche altre attività quali il cinema, il teatro e la musica. Come eravamo soliti fare anche prima del terremoto, continueremo a organizzare cicli di proiezioni, accompagnati da dibattiti e conferenze a tema. Inviteremo storici dell’arte ed esperti nel settore, per offrire alla città anche diversi sguardi critici. In collaborazione con Istituzioni pubbliche e private, soprattutto con l’università e le accademie, organizzeremo “workshop” e laboratori didattici con gli artisti. Ora più che mai L’Aquila è al centro dell’attenzione e molti sono gli artisti che desiderano dare il loro contributo per la sua rinascita culturale. La nostra proiezione nel futuro è di diventare un luogo fondamentale per la città, una piattaforma culturale che sia anche punto d’incontro di diverse realtà».
LA SEDE
Nuovo spazio in periferia
La nuova sede del Muspac si trova nella periferia della città dell’Aquila. La struttura esterna del nuovo museo è sobria e minimale, integrata perfettamente nel contesto urbano circostante. Lo spazio interno è articolato su due livelli, al piano d’ingresso troviamo una grande sala eventi con quattro ambienti satelliti funzionali alle esposizioni, come parte del piano superiore che ospita anche la multimediateca. Muspac, via Picara, piazza d’Arti, L’Aquila. Info: 3382374725; www.museomuspac.com.