L'Europa al tempo del rock

La storia della ricerca figurativa che prende il via, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, dalle lezioni di maestri come Alberto Giacometti, Francis Bacon, Jean Dubuffet, Karel Appel, César Baldaccini (noto come César), Pierre Alechinsky, Asger Jorn, Eduardo Paolozzi, Fritz Wotruba, per approdare a un preciso anno di rottura, il 1968, che inaugura un ciclo socioculturale completamente nuovo, ispira la mostra Da Bacon ai Beatles. Nuove immagini in Europa negli anni del rock.

Curata da Chiara Gatti e Michele Tavola e accolta dal museo della Permanente di Milano fino al 12 febbraio, la rassegna approfondisce le ricerche di autori che spartirono con i maestri storici sopracitati un’attenzione nei confronti della stratificazione ottica del concreto: strati di memorie che nelle settanta opere esposte si sommano e sovrappongono, e dove si accavallano, anche con ritmo incalzante, oggetti, corpi, luoghi e visioni. Ed è proprio in questo ambito che emerge il concetto di racconto, della relazione interna fra le immagini, quasi a evocare una situazione sia narrativa sia emotiva custodita da esponenti di tendenze differenti e attivi in Europa.

Un esempio su tutti, l’Inghilterra di Peter Blake, autore della celebre cover di “Sgt. Pepper’s lonely hearts club band” – album pubblicato nel 1967 – realizzata su suggerimento di Paul McCartney e vincitrice del premio Grammy per la miglior copertina da album nel 1968. Dunque i lavori in mostra, fra dipinti e sculture, rimandano a un ciclo musicale indimenticabile, con nomi del calibro di Beatles, Rolling Stones ed Elvis Presley. Da qui l’idea di accompagnare l’iter espositivo con suggestioni musicali mixate e commenti sulle opere esposte, attraverso audioguide ideate da Storyville che spaziano dagli esordi artistici di Elvis (1954) a “Let it be”, l’ultimo disco del quartetto di Liverpool.

Info: www.lapermanente-milano.it

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