La galleria Massimo Minini di Brescia presenta due grandi artisti, entrambi rivelazioni storicizzate. Legati a un personale percorso artistico, vengono mostrati al pubblico secondo diverse linee guida. Paul P. con Ma cosa succede là fuori? ed Eva Marisaldi in “Democratic psychedelia”. Un progetto che accomuna esposizioni differenti in una ricerca selettiva delle opere più rappresentative e simboliche dei due maestri.
Aperta a Brescia nel 1973 da Massimo Minini con il nome Banco, la galleria nei suoi primi anni di attività ha seguito con attenzione i movimenti dell’arte concettuale, povera e “minimal”. Oggi, dopo un lungo percorso evolutivo, sceglie di abbracciare l’arte contemporanea osservando le attuali richieste culturali e di mercato. «Ho visto due dipinti di Paul P. alla fiera di Bruxelles e sono rimasto colpito – spiega Minini – le sue opere mi ricordano Richard Tuttle e Paul è rimasto stupito da questo paragone. C’è nei suoi dipinti un’aura di mistero voluto, uno stupore trattenuto, uno stato di sospensione e di passaggio che fanno pensare a quel momento tra la notte e il giorno in cui gli animali della notte si addormentano e quelli del giorno si svegliano. La sua pittura ci parla di attese, speranze, sguardi, paure, incubi o sogni, come in uno stato di veglia semicosciente, qualcosa che è già stato sperimento mille volte, ma che sempre ritorna come un dolce ricordo o un vizio assurdo».
Nato in Canada nel 1977, Paul P. vive e lavora a Parigi. Il suo è un ritorno alla pittura con un significato come presa di posizione contro queste avanguardie concettuali che hanno azzerato tutto. L’artista rivede e reinventa tecniche e giochi cromatici basati sulla qualità e ricercatezza, non è solo tecnica ma intuizione. I piccoli oli intensi dai colori bassi, velati, descrivono persone che sembrano sognare, come se stessero guardando qualcosa di strano che succede fuori campo. La “psichiatria democratica” di Marisaldi ha invece a che fare con l’attività della mente. Nata nel 1966 a Bologna, dove vive e lavora, è una presenza ormai autorevole nel panorama dell’arte italiana, caratterizzata da una dote inconsueta di arte narrativa.
Il progetto nasce da materiali di studio come la frequentazione di strutture per l’assistenza agli anziani, la memoria, i fondali agli eventi e la psichedelia come allargamento della coscienza. Il processo di deterioramento della mente non si vede ma crea una grande distanza tra le persone, anche quando i legami affettivi mascherano in parte questa sensazione di irraggiungibilità. Si fa esperienza indiretta del fenomeno chiamato “loop”. Molti operatori che lavorano nelle strutture per anziani sanno interfacciarsi con persone presenti ma in forma “astratta” e non sembrano distaccati.
Il progetto prevede dunque un intervento nella sala giorno di una casa protetta per anziani, che comprende la realizzazione di decori per lo spazio e la costruzione di una macchina audiovisiva che autogenera contemporaneamente musiche e disegni geometrici animati. Questo dispositivo, grazie a un “software” scritto appositamente, non propone mai le stesse immagini o le stesse musiche, perché vengono create, una dopo l’altra, partendo da processi casuali. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Enrico Serotti che ha realizzato la macchina di “democratic psychedelia”. L’esposizione nella galleria presenta disegni tratti dalla documentazione fotografica dell’intervento e una riproduzione della sala giorno che accoglie i visitatori che potranno sedersi e sperimentare questa realtà artistica.
Fino al 5 gennaio 2012
Galleria Massimo Minini
via Apollonio 68, Brescia
Info: www.galleriaminini.it