L'essenza di Andy Warhol

La mostra Dall’apparenza alla trascendenza – fino all’11 marzo 2012 al Centro Saint Benin di Aosta – ripropone, con dovizia di particolari, il percorso creativo del padre della pop art, attraverso una collezione di oltre settanta lavori. Nella folta schiera non potevano mancare le celeberrime “icone” che, assieme alla serie di opere dedicata alle zuppe Campbell, compongono l’essenza stessa dell’arte di Andy Warhol.

Gli esuberanti ritratti di Mao Tse-Tung, Marylin Monroe e Liza Minnelli – tutti presenti in mostra – hanno finito per diventare addirittura più riconoscibili dei volti reali degli stessi personaggi che rappresentano e certamente hanno avuto un ruolo fondamentale nello spingerli oltre la semplice fama, ergendoli al rango di icone immortali. L’allestimento curato da Francesco Nuvolari, però, trova il suo vero punto di forza nel tentativo, riuscito, di andare oltre la mera proposta di opere arcinote – per quanto geniali e quindi sempre godibili – inserendo l’artista originario di Pittsburgh all’interno di un contesto più ampio, quello della società dell’immagine, di cui egli stesso fu uno dei più celebri portabandiera.

La serie degli “Space fruits”, i già citati ritratti delle zuppe Campbell – riprese addirittura su di un sacchetto della spesa di carta, datato 1966, e sulla tomaia di un paio di scarpe distribuite al Club 54 di New York nel 1978 – e, soprattutto, la sorprendente collezione di copertine di dischi – da “Sticky fingers” dei Rolling Stones, autografato da Mick Jagger e dallo stesso Warhol, fino alla celeberrima banana dei Velvet Undeground – testimoniano perfettamente di una creatività vulcanica sempre connessa a uno spiccato spirito imprenditoriale e opportunistico.

Perché, se Warhol è Warhol, cioè il nome più famoso dell’arte del secondo dopoguerra, è proprio grazie alla sua geniale trovata di “abbassare” l’arte al livello dei prodotti commerciali, rendendola, in un certo senso, più democratica, perché più facilmente reperibile, acquistabile, e quindi inserendola nel meccanismo della macchina consumistica. Lui che aveva predetto i quindici minuti di fama per ogni essere umano, aveva anche perfettamente capito come guadagnarsi la gloria immortale.

Fino all’11 marzo 2012
Centro Saint Benin, via Bonifacio Festaz 27, Aosta
Info: www.regione.vda.it/cultura/esposizioni/scheda_i.asp?cod=39277

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