Architetture luminose

In mostra a Milano nella galleria Project B, “Las horas claras”, una serie di “light boxes” omaggio alla città di Venezia dell’artista Dionisio Gonzalez. Le opere rappresentano un punto d’incontro tra fotografia e architettura, stampe in “c-print” dove vengono sovrapposte digitalmente allo scatto reale di un luogo, immagini virtuali grazie ad progetto architettonico d’avanguardia, intimamente connesso alla realtà visiva dell’artista spagnolo.

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Gli scatti a Halong bay in Vietnam, le favelas di Rio de Janeiro o il progetto su Dauphin Island, un’isola negli Stati uniti devastata da note catastrofi, dagli uragani Katrina e Ivan, fino al recente disastro ambientale della piattaforma petrolifera. In questa forma di abitare il disastro c’è il paradosso che l’artista vuole rappresentare, di una comunità che si stabilisce in un luogo in continua ricostruzione. Le opere Venezia nascono dall’analisi di progetti proposti per la città dai più grandi architetti del ‘900 e mai realizzati. Un omaggio postumo a quei tentativi di cambiare l’aspetto di un luogo invariato da secoli.

Dionisio Gonzalez, fotografa con l’uso delle moderne tecniche di ritocco, inserisce i “rendering” degli edifici ricreandoli attraverso i disegni e i progetti originali di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Louis Khan, un omaggio a Palladio e una reinterpretazione del Condominio Cicogna di Ignazio Gardella. Secondo l’artista la non realizzazione di questi edifici deriva dalla scarsa applicazione, nel senso di mancanza di assiduità nel perseguire l’obiettivo, frutto della responsabilità che l’umanità sente nei confronti della Serenissima; la responsabilità di preservare la sua immutabilità e tenerla come simbolo, come memoriale per le generazioni future, condannandola ad un perenne immobilismo.

«Le fotografie che ho scattato – dice Gonzalez – sono il risultato di un grande lavoro di ricerca per individuare l’esatta collocazione di queste architetture assenti. All’inizio ho scattato semplici foto degli spazi a cui ho poi aggiunto gli edifici in tre dimensioni utilizzando non i primi progetti proposti, ma quelli che gli architetti avevano già modificato percependo le direttive della prima revisione con i committenti. In questo modo ho ovviato alla loro assenza creando una Venezia possibile, quella che Venezia avrebbe potuto essere».

Fino al 13 gennaio 2012
Galleria ProjectB
via Borgonuovo, 3 Milano
Info: www.projectb.eu

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