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È finita col botto dei tappi nella stanza di Bartolomeo Pietromarchi al primo piano del Macro l’inaugurazione del nuovo corso del contemporaneo nella capitale. Ad annunciarlo, in un’affollata conferenza stampa nella sala rossa al pianterreno del museo romano, lo stesso direttore, coadiuvato dall’assessore comunale alla Cultura Dino Gasperini. A quest’ultimo il compito di assicurare presente e futuro del museo, attraverso la fondazione promessa ad agosto e ormai in dirittura d’arrivo: «Mercoledì ne parleremo in Campidoglio, i dettagli dopo l’approvazione dell’impianto di spesa – promette – posso solo dire che lavoriamo per una cifra di sei milioni per la programmazione e due per la gestione, parte attraverso il contratto di servizio e parte con stanziamenti di bilancio anche aggiuntivi, se occorre». Sulla carta, i soldi ci sono. Grazie anche agli stanziamenti per Roma capitale, coi quali il Macro si accinge a divenire la struttura una e trina annunciata da Pietromarchi.


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di Maurizio Zuccari
Riprese e montaggio Lorenzo Paolini
 

Il nuovo corso, infatti, si muove su tre direzioni: Macro expo, con un programma di mostre che vede, a partire dal 15 dicembre, “Eighties are back”, a cura di Ludovico Pratesi, con 5 artisti (Mario Della Vedova, Daniela De Lorenzo, Massimo Kauffmann, Felici Levini e Marco Tirelli) fino al 29 gennaio; un’esposizione dedicata allo stesso Tirelli e soprattutto gli eventi del 2012: le personali di Mircea Cantor e Marcello Maloberti, previste entrambe da marzo a maggio. La collettiva “Re-generation”, da fine maggio ad agosto, coinvolgerà invece una trentina di artisti e farà il punto sull’arte in città, in concomitanza con la fiera del contemporaneo. A settembre, poi, sarà la volta del festival Fotografia, nella sede di Testaccio – dove fino ad aprile tiene banco la stupenda monografica su Steve Mc Curry – che si accinge a divenire, grazie anche al nascente museo della fotografia e il ritrovato interesse del Macro per questa, un polo del settore nella capitale. Macro lab, centro di ricerca permanente dove ogni attore del contemporaneo potrà interagire e residenze d’artista attivate di volta in volta su un poker di quattro elementi, due stranieri e due no. Macro live, infine, offrirà un vasto programma di incontri aperti alle contaminazioni tra le arti visive, con un nuovo spazio polifunzionale soprastante l’auditorium, realizzato in collaborazione con lo Ied.

Per realizzare tutto ciò, e questa è un’altra novità per la struttura capitolina, al direttore si affianca un comitato scientifico formato da quattro curatori, incaricati di seguire altrettante aree chiave dell’attività museale: Stefano Chiodi, critico e docente universitario, si occuperà di progetti di ricerca e della creazione di una nuova linea editoriale; Marco Delogu, direttore artistico del festival Fotografia, rafforzerà il rapporto del museo con questa; Maria Alicata, storica dell’arte, si prenderà cura dei giovani artisti anche tramite la costituzione dell’archivio dell’associazione 1:1 projects, mentre l’artista Militos Manetas seguirà i progetti dedicati al web e ai nuovi media, in convenzione con la fondazione Romaeuropa. Un programma articolato, quindi, che lascia ben sperare sui destini del contemporaneo nella capitale e giustifica, se realizzato, lo spumante versato sul nuovo corso.

Info: www.macro.roma.museum