ìAlla villa Ciani di Lugano si vivono con Roberto Stephenson (Roma, 1964) le immagini di Haiti dopo il catastrofico terremoto del 12 gennaio 2010: cento opere indite incorniciano volti e paesaggi, i tratti di un popolo; in mostra anche alcune fotografie scattate tra il 2000 e il 2010 dall’artista italo-haitiano, personaggio di gran rilievo nell’ambiente fotografico caraibico.
Lo scopo di questa esibizione, curata da Alessia Borellini insieme a Adriana Mazza e realizzata dal Museo delle culture di Lugano, è quello di rappresentare un quadro completo della vita in Haiti tra il passato e il presente, a livello urbano e socioculturale oltre che paesaggistico. L’esibizione è suddivisa i cinque sezioni, quali: Volti, Port-au-Prince, Terremoto, Tende, Paesaggi. Le opere lungo il percorso gallerico possono essere gigantografie su tela dove appaiono ritratti di donne, uomini, bambini, o anche lavori composti dalla stratificazione di immagini, dall’artificiale al naturale; infatti, Roberto Stephenson non segue la prassi tecnica e rappresentativa tipica del fotogiornalismo, ma mescola il proprio segno a elementi spazio- temporali differenti.
L’area dedicata al tema Paesaggi dà grande rilievo al potere che è proprio della forze della natura messe a confronto con la fragilità umana, con la sua finitezza. «Il fotografo è un cantastorie che vive il presente – secondo Roberto Stephenson – e lo racconta accettando il potente filtro dell’immaginario».
Fino al 26 febbraio
Museo delle culture
villa Ciani (Parco civico), Lugano
Info: 0041588666960; www.mcl.lugano.ch