Lo spazio di Tancredi

Dopo l’antologica dedicata a Tancredi dalla sua città natale, Feltre, apre a Milano alla galleria Matteo Lampertico arte antica e moderna la mostra Tancredi: natura e spazio. Opere dal 1955 al 1957 a cura di Nino Castagnoli e Francesco Tedeschi. Sono esposti una decina di dipinti risalenti a un periodo che per l’artista fu estremamente significativo: anni in cui, all’interesse per lo spazialismo di Fontana Tancredi abbina una profonda attenzione per la natura che trasferisce in pittura con un linguaggio artistico astratto e sperimentale.

Tra le opere presenti a Milano spiccano quattro dipinti inediti del creativo scomparso tragicamente nel 1964, visibili in Italia per la prima volta, oltre a tre opere presentate in anteprima a Feltre per un totale di sette capolavori, che furono tra i protagonisti dell’importante esposizione presentata alla Saidenberg gallery di New York nel marzo 1958: la prima e unica mostra realizzata da Tancredi negli Stati Uniti, grazie al sostegno di Peggy Guggenheim da lui conosciuta agli inizi degli anni Cinquanta a Venezia. Nel gruppo degli inediti spiccano due oli su tela, un del 1956 e uno del 1957, e due pastelli a tempera su carta del 1955. Tra le opere già esposte a Feltre, l’olio su tela di due metri, Giardini a Venezia, realizzato nel 1957; e poi altre opere che accompagnarono l’artista alla svolta verso l’Informale del 1958.

L’interesse della grande collezionista americana per Tancredi rese possibile il confronto tra la sua opera e quella di maestri delle avanguardie e dell’espressionismo astratto americano a lui contemporanei, che facilitò la creazione di una lunga e fortunata serie di opere. “Tancredi, con la sua pittura – scriveva la statunitense in un testo critico per una mostra dell’artista a Venezia nel 1953 – crea una nuova filosofia poetica per coloro che non posseggono né telescopi né razzi: quanto fortunati noi che abbiamo tali cristallizzazioni da trasportarci […] verso altri mondi”. Alla Guggenheim l’artista dedicò la sua opera Primavera, che lui stesso descrisse come «un paesaggio universale dipinto con delle piccole pennellate scritte in modo quasi incontrollato e mosso, che fanno pensare a un prato infiorato».

Fino al 23 dicembre
Galleria Matteo Lampertico arte antica e moderna, Milano
Info: www.matteolampertico.it

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