Saraceno, la realtà sospesa

È un viaggio in una realtà sospesa quello che propone Tomás Saraceno nell’installazione “site specific” creata nella “Historic hall” del Museo d’arte contemporanea-Hamburger Bahnhof di Berlino, visitabile fino al 15 gennaio.
 Un paesaggio visionario oscillante tra tele di ragno e scenari astrofisici, che si ispira a progetti leggendari come le cupole di Buckminster Fuller, fonti d’ispirazione di Saraceno che le interpreta creando gigantesche biosfere che galleggiano negli ampi spazi della stazione e che raccontano la sua visione dello spazio antropizzato.

Sono opere organiche tridimensionali che si relazionano con l’ambiente e con le persone che le guardano, le vivono, le abitano. Adornati con piante o semplicemente sospesi a reti di corde nere, questi globi sembrano dei nidi creati appositamente per l’uomo.
In tutto una ventina di enormi sculture organiche dell’artista argentino, già presentate nei più importanti musei del mondo, riunite nell’imponente sala del padiglione storico. Il lavoro di Saraceno, forte degli studi di architettura, parte dal proprio interesse verso l’ambiente e la società, presenti e futuri, in cui le persone vivono.
Saraceno mette in mostra la sua visione tridimensionale di un mondo utopico, permettendo al visitatore di sperimentare come sia possibile creare una nuova dimensione cosmica partendo da un sistema composto da singoli moduli.

Mettendo al centro l’uomo, Saraceno lo fa sperimentare consentendogli di interagire con la filigrana che racchiude tutta la struttura, invitandolo a salire sulle sfere, a distendersi nelle sottili membrane che separano gli spazi. Ed è solo salendo sopra le sfere che il visitatore ha la percezione della totalità della struttura e della sua fragilità, sorretta solo da un intrico di funi.
L’interazione si mette in moto quando si percepiscono i movimenti propri e altrui, trasformando il visitatore da attore passivo ad interprete attivo dell’opera.
Un’opera che così prende forma e movimento, che respira attraverso la presenza delle piante, che fa cambiare la percezione visiva di chi la osserva. Una sfida importante anche per l’azienda che sostiene il progetto. “Cloud Cities” è promossa da Dornbracht, azienda tedesca produttrice di rubinetteria di design di alta qualità, che con questo progetto celebra così l’ottava edizione dei “Dornbracht installation projects”. Nati dalla collaborazione con Udo Kittelmann e la Kölnischer Kunsteverein di Colonia, i progetti sono poi proseguiti con il Museo d’arte moderna di Francoforte e con la Galleria nazionale di Berlino. Oggi comprendono sei serie: “statements”, “performances”, “installation projects”, “sponsorships”, “edges” e “conversations”.

Fino al 15 gennaio
Hamburger Bahnhof-Museo d’arte contemporanea di Berlino
Info: www.hamburgerbahnhof.de