È un dialogo serrato quello in atto alla galleria Edieuropa, un incontro fra due arti diverse, quella più nuova di questa. I protagonisti del dibattito sono l’ormai più che noto “street artist” Bros e il fotografo svizzero Cosimo Filippini. Insomma nessun passato ingombrante da scalzare o puzza di muffa, solo polaroid e acrilici. Il tema portante dell’esposizione è ben riassunto nel titolo: “Characters“, infatti le opere esposte girano intorno alla possibilità di cambiare personalità, anche solo esteriormente, anche solo per il tempo una foto. Un’idea vecchia come l’uomo ma reinterpretata con intelligenza e ironia tanto da far risplendere il tema di una nuova luce.
A dare il benvenuto, passate le porte della galleria, sono una dozzina di ritratti fotografici in bianco e nero, sui quali Bros ha steso uno strato lucido e brillante di colori acrilici, modificando la fisionomia dei personaggi. Ebbene sì, sembra proprio di assistere a una partita gigante di Indovina chi: lo spettatore contro gli artisti. Artisti, però, che si divertono a cambiare le carte in tavola del gioco manomettendo i tratti delle famose figurine. Sembra proprio questa l’idea centrale del lavoro: essere qualcun altro, mascherarsi, truccarsi la faccia, coprirla con una maschera, cambiare vestiti; dicevamo, anche solo il tempo di una foto e poi tornare come prima. Ma con una fotografia non si torna indietro veramente, si rimane bloccati in quell’immagine rapita dalla macchinetta. Così, i muri della Galleria diventano una mostra di improbabili ritratti di come sicuramente non siamo. E forse, è già è qualcosa.
Ma “Characters” è anche un gioco fatto di scambi fra il lavoro del fotografo e quello dell’artista di strada, dove le due arti si fondono in una stessa opera, o dove rimangono separate ma si richiamano a vicenda come in un’eco. È questo il caso di un lavoro nella seconda stanza, dove in una cornice troviamo i tratti di un’immagine astratta, composta da tanti rettangoli di carta colorata che sembrano riprendere i pixel di uno scatto fotografico. Nella galleria fanno la loro comparsa anche vestiti e oggetti vari realizzati da Bros e utilizzati da Filippini per alcune fotografie: un ulteriore indizio, se ancora non si era convinti, della fusione fra le due espressioni artistiche.
La mostra inoltre si è aperta con una performance provocatoria, dove gli artisti, il giorno del vernissage, hanno distribuito maschere rappresentanti il volto dei propri genitori e famigliari, sostenendo che sono sempre e solo loro a venire il giorno dell’apertura delle loro mostre. Dunque, se avete perso l’occasione di essere la madre o il padre di Bros, potete recuperare e trasformarvi in qualcun’altro. Sicuro male non fa.
Fino all’11 novembre
Galleria Edieuropa Qui arte contemporanea
piazza Cenci, 56
Info: www.galleriaedieuropa.it