«Questa personale nasce un po’ per caso. Come appassionata ho avuto modo di apprezzare il lavoro di Olivia Barilla, in arte Olly Duke, che rivela un approccio alla fotografia figlio della modernità». Parole di Luisa Grandinetti Squillaci, curatrice della mostra Sequenze, allestita il 24 ottobre nella cornice dello Spazio Cerere a Roma. Una rassegna che ospita i lavori donati da Olly Duke alla onlus “M3v Mission for life”, impegnata nella promozione di attività di solidarietà e di educazione alla vita.
A questo proposito la curatrice spiega: «L’associazione M3v cercava un modo per finanziare il progetto Una meta per crescere, che sostiene bambini in difficoltà ad uscire dalle case famiglia per fare attività fisica nei centri sportivi. Ho chiesto a Olly se le avrebbe fatto piacere donarci le sue foto per aiutare questi bambini e lei ha accettato con entusiasmo». Solidarietà e arte viaggiano di pari passo, dunque, nell’ambito di una personale dai tratti urbani che, tra fotografia e pittura, presenta quattro sezioni: Sequenze, Graffiti, “Black and white” e “Drink”. «La prima è composta da scatti contraddistinti da un elemento comune, mentre Graffiti è caratterizzata da una serie di immagini di street art a Brighton», spiega la Duke, descrivendo subito le altre categorie. «”Black and white” contiene foto in bianco e nero, considerate più “serie” di tutte le altre, “Drink” è composta da scatti con bevande e bottiglie alcoliche».
Seppur alla prima personale, l’artista – che attualmente segue i corsi di film, media e performance al Regent’s college di Londra – ha le idee chiare sul modo di comunicare attraverso i suoi lavori. «Penso che l’arte tocchi le persone che la capiscono, non importa siano bambini, adolescenti, adulti oppure anziani. Allo Spazio Cerere presento una collezione di fotografie di cose e persone che mi circondano, una sorta di mio mondo ideale». Già, e che cosa racchiude questo mondo? «Disegni sui muri, drink, sigarette e qualche immagine in bianco e nero, “sporcate” con il colore rosso, per quei momenti non esclusivamente legati al divertimento», prosegue Olly, citando come sue fonti d’ispirazione «la musica degli anni Sessanta e Ottanta, in particolare quella dei Rolling Stones e dei Led Zeppelin, e il cinema di Stanley Kubrick e di Quentin Tarantino».
Info: www.spaziocerere.it