Una valanga d’immagini, di questi tempi, non è una novità. Sommersi dall’era digitale e dalla facilità con cui queste immagini vengono create, quasi non ci si domanda più l’origine di quell’arte oggi tra le più amate e più diffuse. Una neonata collana di Skira si pone proprio l’obiettivo di raccogliere e illustrare le origini della fotografia, nata nella prima metà dell’Ottocento e da allora in continua evoluzione.
Curata dallo storico Walter Guadagnini, la raccolta riunisce in quattro volumi la storia dell’arte nata con i primi dagherrotipi con l’intento di riflettere la realtà e cresciuta alimentando percezioni altre. “Anzitutto, le storie fotografiche sono le storie del loro utilizzo, della loro funzione, delle intenzioni di chi le ha scattate: pubblica o privata che sia, una fotografia può nascere con gli intenti più diversi”, scrive Guadagnini nell’introduzione.“Un’arte nuova in mezzo a una vecchia civiltà”, così il fisico e deputato Gay-Lussac apostrofò polemicamente nel 1839 la nuova rivoluzionaria invenzione in contrasto con la decadenza dei tempi.
Tutti i ricchi volumi, costituiti da circa 300 pagine (240 colori, 60 euro), contengono delle monografie e saggi di approfondimento redatti da importanti firme che inquadrano un autore, una mostra o un libro. Accanto a loro, tavole e bibliografie per aiutare il lettore a orientarsi nella materia. A farla da padrona però è chiaramente la parte iconografica: molte immagini stampate su carta lucida che raccontano visivamente, e spesso in modo più diretto di tante parole, un viaggio nella storia della società e dell’uomo. La collana si apre con il volume dedicato agli anni dal 1839 al 1890 e si chiude con l’età contemporanea, dal 1981 al 2010. Nel mezzo un’evoluzione che ancora oggi non ha esaurito le sue potenzialità ma continua ad affascinare.