Più veloce di un neutrino

T+ra le “Tag-Turin art galleries” che hanno inaugurato, tutte insieme in occasione di Ouverture il 22 settembre, un posto di rilievo per l’originalità del progetto culturale va sicuramente alla galleria Peola che propone il lavoro di una tra le artiste torinesi più interessanti di questi anni: Eva Frapiccini.  La mostra Museo Caniera. La fisica del possibile, a cura di Elisa Tosoni, colpisce ancor di più in questi giorni di fine settembre, durante i quali anche al bar si parla di fisica nucleare e velocità supersonica. I neutrini hanno sfidato Einstein e le convinzioni scientifico-filosofiche internazionali, con conseguenti ripercussioni sulla percezione delle certezze e sulle possibilità di ribaltare le convinzioni date.

Il lavoro di Frapiccini è incentrato sulla figura di Aleksander Prus Caneira, personaggio di finzione inventato dall’artista e dalla curatrice ma spacciato per vero ai visitatori della mostra i quali, ingannati, seguiranno le orme della vita e del lavoro di un illustre scienziato spagnolo, scomparso a Torino nel 1922 in circostanze misteriose. Il fisico, influenzato dallo sviluppo delle scienze cognitive e in particolare dal lavoro di Jung, avrebbe lavorato sui temi dell’invisibile, della relazione con l’inconscio e dei tunnel spaziotemporali. Muovendosi tra la fisica quantistica e l’antropologia, Caneira avrebbe teorizzato dottrine sulle porte dell’inconscio e sui portali sospesi, sul nesso relazionale tra spazio e tempo e i sogni, gli archetipi, la vita e la morte.

Seguendo un copione scritto a quattro mani, l’artista e la curatrice si prendono gioco dello spettatore e lo portano a mettere in discussione il concetto di autorità culturale e le convinzioni storiche. Ciò che appare esistito non lo è, il dato viene ribaltato e la “fiction” diventa realtà. Il tutto all’interno di un allestimento notevole, contemporaneo e storico allo stesso tempo, che ci permette di smarrirci in un “paese delle meraviglie” e che, come tutti i luoghi favolosi, contiene metafore e simboli capaci di indirizzare la formazione dei nostri valori, collettivi e personali.

La galleria Alberto Peola viene trasformata quindi nel museo che Frapiccini e Tosoni hanno predisposto in maniera ironica e convincente, burlandosi del pubblico, confondendolo e accompagnandolo in una riflessione filosofica dal fine sapore intellettuale, in grado di sovvertire le convinzioni e ribaltare le prospettive. Attenzione all’estetica, ovviamente, e ai dettagli più piccoli, in un gioco di ruolo leggero ma contenente sottotesti consistenti. Il “museo”, aperto fino al 12 novembre, durante il periodo di Artissima avrà una succursale in strada (via della Rocca) nella quale verrà allestita «Dream’s time capsule, una stazione di registrazione e deposito di sogni, che viaggerà per il mondo tra novembre 2011 e dicembre 2012, per collezionare un database audio di sogni, da aprire e ascoltare solo dopo dieci anni». Un progetto in divenire quindi nel quale le percezioni e l’inconscio assumono concretezza e il pensiero corre, velocissimo, più veloce della luce, più veloce di un neutrino.

Fino al 12 novembre
Alberto Peola contemporay art, via Della Rocca 29, Torino
Info: www.albertopeola.com