L'Italia che verrà

Un viaggio nelle città che ci stanno aspettando. Un viaggio su binari che hanno già un percorso definito. Un approdo dove vivere l’esperienza delle conoscenze che verranno. La fermata è Stazione futuro. Qui si rifà l’Italia, una piattaforma espositiva allestita a Torino alle Officine grandi riparazioni che fino al 20 novembre racconta un futuro guidato dalla tecnologia e dalla tenacia e dal lavoro di tutti quei realistici visionari che già stanno lavorando per fare in modo che le loro idee diventino realtà.

Curata da Riccardo Luna, già direttore di Wired Italia, la mostra racconta l’Italia degli anni a venire attraverso un percorso espositivo suddiviso in aree tematiche che presentano gli scenari ipertecnologici con cui ci confronteremo. È una mostra che guarda a un futuro carico di positività e di ottimismo, in diretto contrasto con l’attuale tendenza che sembra gridare solo alla fuga dei nostri cervelli. Non una visione utopica, ma progetti concreti e documentati che rappresentano l’espressione della migliore creatività e innovazione “made in Italy”. Il bacino da cui si è raccolto tutto il sapere del futuro parla di italianità e di tecnologia: sono progetti che provengono dalle università, dai centri di ricerca privati, dalle istituzioni pubbliche, dalle grandi aziende tra cui Fiat, Eni, Enel, Telecom Italia, Finmeccanica, senza dimenticare i singoli inventori.

I percorsi sono chiari e personalizzabili, tracciati attraverso le dodici aree tematiche internet, energia, chimica verde, rifiuti, territorio, cibo, salute, casa, lavoro, spazio, mobilità e tessuti. Non semplici esposizioni di progetti, sarebbe troppo banale considerati i contenuti. La mostra si sviluppa attraverso dinamici percorsi sensoriali che proiettano il visitatore in una dimensione “altra” attraverso videoproiezioni, ologrammi che raccontano le nuove visioni, esperienze di realtà aumentata. 
Un lavoro che si sviluppa attraverso tre grandi nuclei, come descrive il curatore Riccardo Luna: «Abbiamo diviso il progetto in tre parti. La prima è una grande ricerca firmata dal Censis, l’istituto che da decenni ci racconta come stiamo. Noi gli abbiamo chiesto di provare a immaginare l’Italia del 2020. Gli scenari disegnati dal Censis non sono meramente statistici: accanto a quello che accadrà se le cose non cambiano, per ogni settore è stato fissato un obiettivo da raggiungere, alla nostra portata: valori che non porterebbero l’Italia in cima alle classifiche europee, ma soltanto nella media. Il terzo elemento del progetto (mi tengo per la fine la mostra), si chiama Cerchiamo i Nuovi mille ed è forse la più importante iniziativa di scouting di talenti e nuove idee che si sia mai fatta. Siamo partiti dall’assunto che oggi i Mille non sarebbero soldati, ma innovatori, inventori, sognatori. Su questa idea abbiamo unito le “Start-cup” con il “Working capital” con cui Telecom Italia premia i migliori talenti del web: da questo fidanzamento è nata una edizione straordinaria del Premio Nazionale dell’Innovazione che, grazie al sostegno della Fondazione Crt, della regione Piemonte e del fondo Quantica, metterà a disposizione dei Mille un montepremi di quasi tre milioni di euro. Per otto mesi si svolgerà così una gara mai vista e il giorno di chiusura di Stazione futuro, il 20 novembre, nasceranno delle “start up”».

Poi la mostra: «Abbiamo scelto di mettere in scena soltanto le idee e i progetti italiani che ci cambieranno la vita nei prossimi dieci anni. In pratica abbiamo realizzato una piccola grande expo sulla nostra ricerca scientifica pubblica e privata». L’allestimento si caratterizza per un intenso dinamismo in grado di evolversi nel corso dei mesi, con l’alternarsi di situazioni e di oggetti esposti. Anche la struttura architettonica di Stazione Futuro ambisce a essere un esempio di utopia urbana, una città delle idee. Ed è pensata proprio come una città, dove cubi di diversa dimensione evocano un paesaggio urbano. Il visitatore si avventura in un percorso narrativo tutto personale, orientato dalla propria curiosità e dagli effetti che evocano le differenti sollecitazioni. Pregustando la vita che verrà.

Fino al 20 novembre
Officine grandi riparazioni
corso Castelfidardo 22, Torino
Info: www.stazionefuturo.it